L’ONDATA D’OZONO NON E’ FINITA E GIA’ RIPARTE IL PM10

Legambiente PadovaSarebbe molto grave se il tavolo tecnico zonale dell’area metropolitana di Padova non rendesse pieugrave; efficaci le misure antismog che Padova, rispettando l’accordo tra le regioni padane, ha deciso finalmente di inasprire. Il Capoluogo, infatti, dal 1 ottobre al 31 marzo, estendera’ il divieto della circolazione anche agli euro 3 diesel (e qualora lo smog superi per quattro giorni il limite di legge, la limitazione sara’ estesa anche agli euro 4)./p>

Sarebbe molto grave se il tavolo tecnico zonale dell’area metropolitana di Padova non rendesse più efficaci le misure antismog che Padova, rispettando l’accordo tra le regioni padane, ha deciso finalmente di inasprire. Il Capoluogo, infatti, dal 1 ottobre al 31 marzo, estenderà il divieto della circolazione anche agli euro 3 diesel (e qualora lo smog superi per quattro giorni il limite di legge, la limitazione sarà estesa anche agli euro 4). “La necessità di misure più drastiche – dichiara Lucio Passi, responsabile politiche antismog di Legambiente Padova – è evidentissima, visto che siamo ancora in piena emergenza ozono e già da mercoledì il Pm10 ha ripreso a superare il limite di legge.

“Per quanto riguarda l’ozono questa è stata un’estate da iscrivere negli annali dell’inquinamento atmosferico – incalza Legambiente – infatti i 68 giorni di sforamento del limite per la protezione della salute umana (120 microgrammi per metro cubo d’aria da non superarsi più di 25 giorni in un anno) verificatisi fino a mercoledì, hanno superato di gran lunga il totale annuale di ognuno degli ultimi 5 anni. Nel 2017 furono complessivamente 53, nel 2016 38, di nuovo 53 nel 2015, 31 nel 2014 e 41 nel 2013.”

“Ma anche in provincia non va meglio – avvisa Passi. Praticamente tutte le centraline in cui l’Arpav monitora l’ozono registrano dati molto allarmanti: fino a mercoledì Cinto Euganeo (che rappresenta l’area dei colli) ha totalizzato 67 giorni di superamento del limite, Monselice 64, Santa Giustina (che rappresenta l’alta padovana) 50, Este 24.

“Non si dimentichi inoltre – continua Passi – che dal 2003, a Padova, sono sempre stati superati i 25 giorni del limite annuale dell’ozono. 16 anni in cui, ogni estate, abbiamo respirato aria malata e fuorilegge, mentre è in arrivo una nuova ondata di Pm10 che nei primi mesi del 2018 ha già registrato 38 superamenti del limite giornaliero contro i 35 ammessi in un anno dalla legge.”

E’ noto che a livello urbano la fonte principale d’entrambi gli inquinanti deriva dai motori a scoppio. Quindi, oltre ai provvedimenti “tampone” dal 1 ottobre al 31 marzo, servono misure strutturali, come Legambiente chiede da tempo. A Padova, è necessario allargare la ZTL (bene l’ampliamento d’orario) ma serve estenderla e realizzare almeno le “zone 30” (aree dove la velocità non può oltrepassare i 30 chilometri) nelle aree centrali dei quartieri. Soprattutto bisogna potenziare i bus (bene i nuovi mezzi, gli elettrici e il ritorno del diretto Piazze), ma va aumentata la frequenza di tutte le corse, che tutti gli studi indicano come il modo principale per recuperare utenza. Infinebisogna riorganizzare la politica della sosta, con un incremento dei costi via via che ci si addentra in città e non insistere a fare i nuovi parcheggi al PP1 e alla Prandina: di park in centro, che non fanno altro che attrarre traffico, ce ne sono fin troppi, mentre mancano ancora diversi parcheggi scambiatori nei punti d’accesso a Padova.

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