Il rigore di Teotino, tirare i rigori prima dei supplementari?

Parigi, 6 lug. – (AdnKronos) – Finora quattro partite su dodici, fra ottavi e quarti di finale, sono finite in parita’ e hanno percio’ avuto bisogno di una coda: tre sono state decise dai calci di rigori, con tutte le recriminazioni che questo epilogo comporta, una ha visto una squadra prevalere nei tempi supplementari. Vedremo da stasera se anche semifinali e finali avranno bisogno di una proroga. In ogni caso, uscire sconfitti senza avere perso lascia sempre una cera amarezza, come sappiamo bene.

Si e’ spesso discusso in passato se questo, con supplementari e rigori, sia effettivamente il modo piu’ equo per risolvere le situazioni di parita’. In epoca di fast foot, di fast tutto in verita’, negli anni scorsi era stata introdotta la regola della ‘morte improvvisa – , o del golden gol, se preferite, e cioe’ l’assegnazione della vittoria immediata alla squadra che segnava il primo gol nei supplementari.

Neppure questo sistema fra l’altro ci porto’ bene: l’Italia perse in questo modo in finale contro la Francia l’Europeo del 2000. Altri sostengono sia meglio limitarsi al gol cosiddetto d’argento e cioe’ a considerare la partita chiusa se una squadra e’ in vantaggio alla fine del primo tempo supplementare. Ma c’e’ anche chi i tempi supplementari li vorrebbe proprio abolire e procedere subito con i calci di rigore, che sono comunque sempre molto spettacolari e producono altissimi ascolti televisivi.

In realta’, in questi Europei, come gia’ era accaduto nella finale di Champions League fra le due squadre di Madrid, si e’ avuta la conferma di una tendenza della squadre in ballo quasi a rinunciare a giocare i supplementari, a non prendersi alcun rischio, ad aspettare comunque di deciderla dal dischetto.

Qui in Francia si sono giocati finora otto tempi supplementari, cioe’ quattro ore di gioco, l’equivalente di tre partite intere e mezza, e si e’ segnato un solo gol, quasi allo scadere di Portogallo-Croazia. Che fare allora? Forse l’idea un po’ pazza, ma sulla quale lavorare, potrebbe essere quella di calciare i rigori prima, e non dopo i supplementari.

Cioe’: finisce la partita in parita’, si tirano i rigori (e cosi’ anche le audience televisive sono salve), la squadra che vince la serie ottiene un vantaggio che pero’ si tradurra’ in vittoria soltanto se alla fine dei tempi supplementari il risultato sara’ ancora in parita’. In questo modo ci sarebbe l’obbligo per almeno una delle due squadre, quella che parte in svantaggio, di prendersi dei rischi e si vedrebbe cosi’ altro calcio, non solo ad alta tensione come adesso, ma anche con la necessita’ assoluta per qualcuno di fare gol.

(Adnkronos)