Caos Agenzie fiscali, revocati 1.000 incarichi: stipendi dimezzati. A rischio lotta evasione


Gli effetti della sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato gli incarichi assegnati senza concorso rischiano di paralizzare l’attivita’ di contrasto all’evasione. A rischio soprattutto le attivita’ legate alla volontary disclosure, al ravvedimento lungo e ai rimborsi Iva con l’ampliamento del nuovo meccanismo del reverse charge

(Roma, 11 apr. – AdnKronos) – Le Agenzie fiscali rischiano il caos. Da alcuni giorni 1.000 uffici non hanno un dirigente effettivo a guidarli. A determinare la decapitazione la sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato l’affidamento di incarichi dirigenziali senza concorso. Una sentenza subito recepita dai vertici di Dogane e Entrate che hanno proceduto a revocare gli incarichi dimezzando di fatto gli stipendi e determinando una situazione che rischia di pregiudicare la funzionalita’ delle strutture e soprattutto l’attivita’ di contrasto all’evasione fiscale.

La situazione e’ particolarmente critica all’Agenzia delle Entrate dove su 1.200 posizioni dirigenziali complessive ne sono state revocate 800. Nell’immediato, per dare attuazione alla sentenza la strada scelta e’ quella di affidare ad interim gli uffici rimasti senza guida ai pochi dirigenti di ruolo delegando poi per i singoli atti i funzionari retrocessi, quasi tutti impegnati direttamente nelle azioni di contrasto all’evasione.

Una scelta che produce un effetto ‘collaterale’ non secondario sulla busta paga dei demansionati. I funzionari incaricati -apprende l’Adnkronos- hanno perso di colpo circa la meta’ dello stipendio: sono venute meno infatti l’indennita’ di funzione che vale in media circa 1.500 euro netti al mese e quella di risultato che viene assegnata annualmente e che puo’ valere, per chi raggiunge gli obiettivi, anche oltre 5.000 euro. I funzionari ‘demansionati’ in molti casi si trovano a svolgere per delega le stesse funzioni, con le stesse responsabilita’, ma con uno stipendio nettamente tagliato.

In alcune realta’, secondo quanto risulta all’Adnkronos, si registrano situazioni paradossali con dirigenti che cumulano la guida anche di 6 o 7 uffici, anche in regioni diverse. Non mancano funzionari che avevano accettato trasferimenti a fronte della maggiorazione dello stipendio e che ora si trovano a fare i conti con una situazione non facile. Una realta’ che non manchera’ di ripercuotersi sull’attivita’ delle Agenzie e in particolare sull’attivita’ di contrasto all’evasione fiscale, della quale i dirigenti incaricati erano l’asse portante.

Ripercussioni ci potrebbero essere in particolare su alcune attivita’ complesse, come il ravvedimento operoso lungo e la voluntary disclosure, cioe’ tutte quelle lavorazioni che non vanno in automatico e hanno bisogno di un presidio responsabile, di una persona competente dotata di poteri di firma e del potere anche di entrare nel merito delle questioni. Inoltre il rallentamento delle attivita’ degli uffici potrebbero determinare effetti di ritardo sui rimborsi Iva, che con l’ampliamento del reverse charge, sono uno degli elementi di maggiore preoccupazione nel rapporto fra amministrazione finanziaria e imprese.

La vicenda e’ all’attenzione del Parlamento e del Governo. In una interpellanza di 20 deputati del Pd, primo firmatario Marco Causi, si mettono in evidenza i rischi che potrebbero derivare se si lascia nell’incertezza “un importante pezzo dell’amministrazione statale” e si chiede all’esecutivo di intervenire con urgenza. Il blocco delle Agenzie, spiega, “non soltanto pone evidenti problemi di gettito”. Se non si interviene “vi e’ il rischio che lo stesso quadro del Def sia seriamente reso fragile. E cio’ perche’ “da questi uffici dipende il funzionamento ordinario, quotidiano di un pezzo importante della nostra economia”. “Non credo che il Paese -sottolinea Causi- possa permettersi un impatto molto rilevante che puo’ derivare dal blocco organizzativo continuato. Quindi, chiedo al Governo di individuare gli strumenti amministrativi e, se del caso, quelli legislativi per portare a soluzione urgentemente il problema”.

Il Governo comunque non sembra preoccupato piu’ di tanto della situazione: “L’intervento della Corte costituzionale -ha sottolineato il viceministro Enrico Morando rispondendo all’interpellanza- non pregiudica la funzionalita’ delle Agenzie, che, come affermato dalla stessa Corte proprio in quella sentenza, non e’ condizionata dalla validita’ degli incarichi dirigenziali previsti dalla disposizione censurata e che e’ assicurata, quanto alla validita’ degli atti, da regole organizzative interne che prevedono la possibilita’ di ricorrere all’istituto della delega anche a funzionari, per l’ adozione di atti a competenza dirigenziale”.

Morando, dopo aver evidenziato che non vi sono rischi per gli atti gia’ emessi in quanto la Consulta ha censurato “la procedura di affidamento dell’incarico e non gli atti prodotti dagli uffici”, ha manifestato l’impegno del Governo a “individuare soluzioni volte ad assicurare il buon funzionamento delle Agenzie fiscali” e garantire il normale proseguimento delle attivita’ di servizi ai contribuenti, controllo e riscossione.

Accanto alla soluzione stabile che sara’ garantita da un concorso pubblico per coprire i posti dirigenziali vacanti “che -ha assicurato- deve trovare un esito a data certa, non oltre la prima meta’ del 2016”, Morando ha anche detto che l’esecutivo e’ pronto ad adottare provvedimenti ponte per superare l’emergenza. “Al fine di garantire la piena funzionalita’ delle Agenzie fiscali, il Governo -ha spiegato- intende far ricorso a tutti gli strumenti amministrativi disponibili e a istituti gia’ previsti a legislazione vigente e in linea con la sentenza della Corte costituzionale, come il conferimento ai dirigenti in servizio della direzione ad interim di uffici vacanti e la delega a funzionari per l’adozione di atti a competenza dirigenziale”.

Soluzioni che, a quanto risulta all’Adnkronos, sono destinate a non soddisfare piu’ di tanto i funzionari “degradati” ai quali viene “concessa” la possibilita’ di assumersi le “responsabilita’ dirigenziali” senza alcun riconoscimento economico.


(Adnkronos)

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