Maurizio De Giovanni racconta “In fondo al tuo cuore” e ci mostra il suo studio (VIDEO)

Maurizio De Giovanni racconta

In occasione dell’uscita di “In fondo al tuo cuore” (Einaudi – stile libero), settimo romanzo della serie dedicata al commissario Ricciardi, siamo andati a casa dello scrittore napoletano Maurizio De Giovanni per vedere da vicino lo studio di uno dei più noti giallisti italiani.

 Il nuovo libro: In fondo al tuo cuore

In primis, parliamo dell’ultimo libro della fortunatissima serie dedicata al commissario Ricciardi che fa seguito al grande successo di romanzi come “Vipera” e “Buio”: “Ho ambientato il romanzo nell’estate del 1932, la più calda del secolo – ci racconta De Giovanni – qui immersa nel caldo torrido di luglio e nei preparativi per una delle feste più amate, la città è sospesa tra cielo e inferno”. Il romanzo si apre con l’accurata descrizione della scena in cui “un notissimo chirurgo cade dalla finestra del suo ufficio. Per Ricciardi e Maione inizia un’indagine che li porterà nel cuore dei sentimenti e delle passioni più tenaci e sconvolgenti. In generale – prosegue De Giovanni – questo è il libro più corposo dell’intera serie, circa quattrocentocinquanta pagine. Ormai devo dire che sono così affezionato ai miei personaggi che sento il bisogno di svilupparli tutti, senza lasciare nessuno sullo sfondo.

Un po’ di biografia

Sembrerà incredibile ma la carriera di colui che oggi è universalmente riconosciuto come uno dei giallisti più importanti d’ Italia, sia iniziata appena nove anni fa, all’età di 47 anni: “fino a quel momento non avevo mai scritto nemmeno una pagina di narrativa – spiega De Giovanni -. Sono sempre stato un accanito lettore, questo sì. Ma la scrittura non è mai stata neanche un hobby, e devo dire che anche adesso non coltivo una particolare passione per lo scrivere in sé. A me piace raccontare una storia quando ne avverto l’urgenza, ma non sono uno che perde molto tempo a cesellare o rifinire ciò che scrive”. La carriera di De Giovanni, come si diceva, inizia nel 2005 quando un gruppo di amici che ben conoscevano la sua passione per la lettura, decidono di iscriverlo ad un concorso letterario al Caffè Gambrinus, uno storico bar napoletano. “Ci andai per non dare a vedere che avevo timore o che non mi sentissi all’altezza e lì, senza nessuna premeditazione, inventai su due piedi una storia ambientata negli anni ’30 il cui protagonista è un commissario che vede i morti. Il racconto vinse e fu pubblicato su ‘L’Europeo’ e da lì è iniziato tutto”.

Un po’ di bibliografia

La produzione di De Giovanni, considerando che ha inizio nel 2006, appena otto anni fa, è davvero molto corposa e si divide sostanzialmente in quattro gruppi: il primo dedicato al commissario Ricciardi di cui ricordiamo: “Il senso del dolore. L’inverno del commissario Ricciardi (Fandango 2007); “La condanna del sangue. La primavera del commissario Ricciardi” (Fandango 2008); “Il posto di ognuno. L’estate del commissario Ricciardi” (Fandango 2009); “Il giorno dei morti. L’autunno del commissario Ricciardi” (Fandango 2010); “Per mano mia. Il Natale del commissario Ricciardi” (Einaudi 2011); “Vipera. Nessuno resurrezione per il commissario Ricciardi” (Einaudi 2012). Il secondo dedicato ad una serie parallela ambientata nella Napoli contemporanea avente per protagonista l’ispettore Lojacono e la squadra di poliziotti soprannominati “I bastardi di Pizzofalcone”: “Il metodo del coccodrillo” (Mondadori 2012); “I bastardi di Pizzofalcone” (Einaudi 2013) e “Buio per i bastardi di Pizzofalcone” (Einaudi 2013). Poi ci sono i racconti “sportivi” dedicati al calcio, passione a cui De Giovanni è notoriamente molto legato. Numerosi sono, infatti, gli interventi che lo scrittore fa sulle pagine del quotidiano napoletano “Il Mattino” proprio a proposito della sua squadra del cuore: “Juve-Napoli 1-3 la presa di Torino (Cento Autori 2008); “Ti racconto il 10 maggio” (Cento Autori 2009); Miracolo a Torino – Juve – Napoli 2 -3 (Cento Autori 2010) e “Storie azzurre (Cento Autori 2010). Al quarto è ultimo gruppo appartengono i racconti di cui, a titolo di esempio, ricordiamo: “Le mani insanguinate” (Cento Autori 2014) e “Giochi criminali” (Einaudi 2014).

Il metodo “tapezziere”

Nel corso della nostra lunga chiacchierata con De Giovanni, abbiamo affrontato anche il problema dello stile. Lo scrittore però, per spiegarci il suo punto di vista, ha subito tirato fuori una metafora molto concreta per chiarire che cosa intende quando parla di letteratura: “La letteratura è per me come un divano. Io ho una teoria, per così dire, ‘tapezziera’. La storia è la struttura del divano, che regge tutto anche il peso del lettore. I personaggi sono i cuscini che devono trattenere, essere comodi. L’ambientazione, invece, è la tapezzeria, che con la sua fantasia deve invogliarti a sederti”.

Clicca qui per il video: http://www.fanpage.it/maurizio-de-giovanni-racconta-in-fondo-al-tuo-cuore-e-ci-mostra-il-suo-studio-video/

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