L’Università di Padova “promossa” a pieni voti dal nucleo di valutazione

L’entrata in vigore per gli Atenei italiani dell’autonomia finanziaria e gestionale negli anni Novanta ha portato, da un lato, ad una maggiore libertà di scelta da parte delle Università sulle politiche di programmazione, dall’altro, alla necessità di una loro valutazione su criteri comuni quali la corretta gestione delle risorse finanziarie, l’impegno nella ricerca e nella formazione.

Il parere espresso dai “nuclei di valutazione d’ateneo” (NVA) gode, proprio per il loro carattere di “terzietà”, di una notevole considerazione a livello nazionale e internazionale. Il Rapporto pubblicato dal NVA alla fine del 2007 riguarda la “produttività” dell’Università di Padova relativamente all’anno 2006.

In sintesi, alcuni dati che emergono dal Rapporto.

La ricerca

Per quanto riguarda la "produzione di conoscenze" scientifiche da parte dell’Ateneo patavino, nel 2006, erano impegnati in attività di ricerca scientifica 747 professori ordinari, 795 professori associati , 814 ricercatori universitari, 365 "assegnisti" di ricerca, 79 borsisti post-doc, 1.570 studenti di Dottorato di ricerca e 20 collaboratori di ricerca,, per un totale di 4.390 persone.

Da questi dati emerge una struttura del corpo docente di tipo piramidale, con una larga base di giovani ricercatori. Per quanto riguarda gli iscritti al Dottorato di ricerca, il 44% delle borse di studio a loro assegnate proveniva da enti, da imprese, da altre Università (per i Corsi di Dottorato gestiti da consorzi interuniversitari), dagli stessi Dipartimenti – anche facendo ricorso a finanziamenti di ricerca, quali il “Programma di Ricerca di Interesse Nazionale”/PRIN – e dal “Fondo per il sostegno dei giovani e per favorire la mobilità degli studenti”.

La conduzione di numerosi progetti di ricerca è stata molto produttiva: nel triennio 2004-2006 sono state inserite nell’apposita banca dati 38.288 pubblicazioni.

I fondi destinati alla ricerca dal 2003 al 2006 sono praticamente raddoppiati, attivando anche una nuova linea di finanziamento pluriennale finalizzata a progetti strategici di Ateneo, e tali fondi risulteranno triplicati rispetto al 2003 quando andrà “a regime” tale linea di finanziamento pluriennale. Significativo anche l’aumento delle entrate dei programmi di ricerca dell’UE (+ 58%), da altre amministrazioni pubbliche (+ 123%) e da enti pubblici italiani di ricerca (+ 96%).
I progetti di ricerca dell’Ateneo hanno avuto notevoli successi di valutazione in programmi nazionali o internazionali. Nel confronto con altri “mega-Atenei”, nel 2006 quello di Padova risulta collocato al quarto posto per numero di progetti PRIN finanziati, che avevano come capofila e coordinatore un proprio gruppo di ricerca. Nel VI Programma Quadro dell’Unione Europea, i docenti dell’Ateneo patavino hanno vista premiata la loro capacità di mettersi in rete con colleghi di istituzioni accademiche o imprese, di altri Paesi europei, in ben 147 casi (16 sono i gruppi di ricerca coordinati da docenti padovani), dando così notevole impulso all’internazionalizzazione.

Sotto la lente della valutazione l’Università di Padova, unica in Italia, ha messo anche l’attività dei propri Dipartimenti. Nel 2006 sono stati valutati 14 Dipartimenti, cui afferivano 538 docenti e ricercatori, con particolare riguardo ai loro programmi di ricerca.

Questi programmi di ricerca hanno raccolto giudizi molto lusinghieri, con oltre il 50% di essi valutati eccellenti o molto buoni per qualità, produttività, rilevanza e prospettive future.

Le classifiche

Per quanto riguarda la Valutazione Triennale della Ricerca (VTR) realizzata dal CIVR (Comitato di Indirizzo e Valutazione della Ricerca), conclusasi nel 2006, tra gli Atenei e gli Enti di ricerca valutati nel triennio 2001-2003, con non meno di 500 “prodotti”, l’Università di Padova si è collocata quattro volte al primo posto, sale sul podio dei primi tre posti per ben sette volte, e per dieci volte si colloca tra i primi cinque classificati. Sempre nel 2006, il CENSIS ha attribuito per il quarto anno di seguito all’Università di Padova il primo posto fra gli 11 mega Atenei italiani (posizione confermata anche per il 2007); la graduatoria CENSIS è stata redatta sulla base della qualità della didattica erogata nelle diverse Facoltà, nonché sulla base dei servizi offerti agli studenti e delle borse di studio assicurate loro dall’Ateneo cui sono iscritti.

L’Università di Padova è altresì presente in buone posizioni nei più importanti ranking internazionali, quale quello elaborato dalla Shanghai Jiao Tong University e quella stilata dall’autorevole giornale The Times in Gran Bretagna.

Università e aziende

Molte delle ricerche condotte presso l’Università di Padova hanno permesso il trasferimento di conoscenze e tecnologie a imprese della regione Veneto, o di altre regioni italiane, la nascita di nuove imprese, cosiddette spin off della ricerca, e il deposito di brevetti, che possono essere venduti o dei quali può essere concessa la licenza d’uso. In particolare, è stato ormai raggiunto un totale di 20 imprese spin off e di 38 brevetti, di cui 13 estesi all’estero (ad oggi ancora in aumento: 26 imprese spin off e 59 brevetti).

L’Università di Padova ha svolto anche la funzione di “sportello tecnologico” per le imprese. Circa 30 aziende hanno contattato l’ufficio per chiedere collaborazione nella messa a punto di processi e prodotti innovativi. Molto più numerose sono ovviamente le aziende che si rivolgono direttamente ai Dipartimenti, con i quali avviano programmi di collaborazione pluriennali.

Studenti e offerta formativa

Nel 2006 gli studenti immatricolati, che si affacciano cioè per la prima volta ad un corso di studi universitario, è stato pari a 10.497 . Questo dato colloca l’Università di Padova in 8° posizione nella graduatoria degli atenei italiani.
Gli iscritti ai dottorati di ricerca sono passati da 831 dell’a.a. 2000/01 a 1.570 del 2006. I master sono passati dai 7 del 2001/02 a ben 62 del 2006.

Il percorso di eccellenza rappresentato dalla Scuola Galileiana, aperto a studenti di tutte le Facoltà, nato nel 2004 dalla collaborazione tra l’Università di Padova e la Fondazione Cariparo, ha superato la fase sperimentale di avvio. È oggi una presenza significativa e apprezzata nel panorama universitario italiano, con studenti provenienti per circa la metà da fuori regione.

Nel 2006 gli studenti che si sono recati all’estero in mobilità internazionale sono stati 1.068, con un aumento dell’8,6% rispetto al 2005.

Da parte degli studenti i docenti vengono valutati molto positivamente per la loro disponibilità a interloquire con gli studenti e per il rispetto dell’orario di ricevimento, esercitando quindi quel ruolo di tutor sempre più richiesto soprattutto in un mega-Ateneo.

Per quanto riguarda le borse di studio erogate, nel 2006 l’Università di Padova ha coperto praticamente il 100% delle richieste degli aventi diritto assegnando 6.352 borse. Un risultato di particolare rilievo, visto che la media nazionale si attesta intorno al 75%. Un aumento considerevole si registra dal 2000 al 2006 nello svolgimento di attività di stage e tirocini degli studenti iscritti e neolaureati, passando da 2.869 a 7.443.

Andamento dell’azione amministrativa

Le entrate accertate complessive dell’Ateneo per il 2006 ammontano a quasi 528 milioni di euro. Questa cifra colloca l’Università tra le prime istituzioni economiche della provincia di Padova, nella quale solo 4 imprese hanno raggiunto un valore di produzione superiore ai 500 milioni di euro. Tali dati evidenziano quindi come l’Ateneo di Padova sia uno dei principali attori economici della provincia, anche in considerazione del fatto che le spese di Ateneo si riversano in gran misura su parte del territorio.

Il 59,2% delle entrate è costituito da entrate dallo Stato (MIUR e altri Ministeri) e ben il 37,7% da entrate proprie. Queste entrate sono costituite per il 44,1% dalle contribuzioni studentesche, per il 9,1% da attività “commerciale” (insieme dei finanziamenti ottenuti per attività di ricerca e consulenze commissionate da istituzioni pubbliche e private), per il 18,1% da attività sanitaria convenzionata, per il 25,2% da altre entrate da terzi per attività di didattica e ricerca.

Il FFO, Fondo di finanziamento ordinario, che il Ministero eroga agli Atenei italiani, vede l’Università di Padova sottofinanziata di circa 10 punti percentuali rispetto al modello di ripartizione elaborato dal CNVSU (Comitato Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario), che attribuisce all’Università di Padova un “peso” percentuale di circa il 4,60% rispetto al sistema universitario nazionale. Tale “peso” colloca l’Università di Padova al 4° posto tra le Università italiane. Il sottofinanziamento si traduce in una quota di circa 28 milioni di Euro che annualmente l’Università di Padova riceve in meno di quando le spetterebbe applicando il modello del CNVSU, che considera, oltre ai dati dimensionali e quantitativi, anche alcuni parametri di tipo qualitativo con riferimento a didattica e ricerca.

Conclusione

Secondo la Commissione europea, le Università debbono prepararsi ad affrontare la concorrenza mettendo in campo prestigio, talenti e risorse. Da quanto è stato succintamente qui esposto, appare che nel 2006 tale obiettivo è stato largamente raggiunto dall’Università di Padova.

(Uff. stampa Università di Padova)

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