Piano Ambientale: passione e cultura per i Colli Euganei

Gianni Sandon propone una riflessione sulle vicende legate al Piano Ambientale dei Colli Euganei, uno strumento spesso disatteso o addirittura interpretato a seconda degli interessi di chi lo utilizzava.
Molti i ritardi per l’approvazione nel 1994. Oggi serve appellarsi al mondo della cultura che con passione e partecipazione richiami l’attezione su quello che succede nei Colli e per i Colli. Vi presentiamo un’ampio stralcio della relazione tenuta all’Accademia Galileiana di Padova.

Il Parco dei Colli ha quasi 20 anni e il Piano Ambientale è stato uno degli strumenti di riferimento utilizzati per tutelarlo; quest’ultimo ha assunto rilievo storico in qualità di unico strumento sovracomunale esistente. Ci sono voluti 4 anni e mezzo per adottare questo Piano, ovvero dal ’89 al ’94; questo ritardo si deve imputare alla S.A.F. (Società Agricolo Forestale) di Roma, la quale non si è dimostrata all’altezza dell’incarico che le era stato inizialmente conferito. Dopo le dimissioni del Presidente del Parco di allora Domenico Riolfatto l’incarico è passato al prof. Roberto Gambino che ha elaborato un P.A. interessante e per molti aspetti condivisibile.

Dopo l’adozione sono state effettute alcune modifiche al Piano che hanno prodotto conseguenze non molto positive; ovvero la rottura con i professionisti e la poca informazione data all’opinione pubblica circa il progetto. Inoltre la Regione ha aspettato più di 4 anni per approvare il Piano e subito dopo l’approvazione è stata proposta una variante generale allo stesso che però fortunatamente non è stata mai effettuata. Nel 2003 l’incarico è passato ad un luminare straniero, l’arch. ticinese Luigi Snozzi; il suo progetto si è rivelato talmente stravagante che non è mai stato approvato. Si è allora deciso di cambiare strategia usufruendo delle novità legislative quali i P.A.T.,i P.A.T.I., i Piani Paesaggistici previsti dal Codice dei Beni Culturali e nuove l eggi specifiche approvate dalla Regione per il Parco dei Colli; c’è stata inoltre la proposta di liberare il Parco dal P.A. delegando la tutela e la valorizzazione del paesaggio al nuovo Piano Paesaggistico e il governo delle zone di territorio trasformabile ai P.A.T.I.. Nonostante ciò la confusione ha continuato ad esistere ed è stata prodotta anche dalla legge che ha modificato la composizione degli organi di gestione dell’Ente; quest’ultima avrebbe dovuto segnare l’inizio di una nuova era per il Parco perchè portava ad un solo rappresentante per ogni Comune anziché 3, ma è stata origine anch’essa di caos.

Inoltre non c’è stata minima attenzione ai temi legati al territorio e alla vita dell’Ente, ed è molto avvilente constatare che non sono state affatto sfruttate le grandi pootenzialità del P.A.; infatti per i progetti urbanistico-ambientali sono state perse diverse occasioni rilevanti, mentre la tutela dei contesti delle emergenze architettoniche individuate dal P.A. quali ville, edifici monumentali ecc., non è stata efficace, ma avrebbe dovuto essere presa in considerazione in quanto il parco dei Colli Euganei è altamente storicizzato.

Per la casistica appena presentata il P.A. introduce delle norme di tutela; per le aree di pertinenza sono previsti interventi quali la manutenzione, il restauro e il risanamento conservativo, statico e architettonico guidato ed eseguito con materiali tradizionali; per gli intorni è invece prevista la conservazione dei grandi connotati naturali, delle masse arboree e degli spazi aperti e l’esclusione di interventi edilizi ed infrastrutturali di nuova costruzione o ampliamento di strutture esistenti, nonché di ogni intervento, anche agroforestale, che modifichi significativamente l’aspetto visibile dei luoghi o il loro rapporto con le emergenze interessate. Purtroppo queste norme sono state disattese se non addirittura modificate a piacimento di chi le doveva rispettare, e il fatto che sia proprio il Parco a rendersi protagonista di simili operazioni è sconcertante; va ricordato che grazie a questi comportamenti sono stati apportati dei danni alle emergenze protette tanto che perfino le amministrazioni proponenti sono state costrette a ritrattare.

Alla luce di quanto detto (per l’intera relazione clicca qui) è necessario appellarsi al mondo della cultura affinchè possa guardare con più passione e partecipazione a quello che succede nei Colli.

Gianni Sandon – consigliere Ente Parco Colli Euganei

(Tratto da Ecopolis, newsletter socio ambientale di Legambiente Padova)

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