Disturbi del comportamento alimentare nella provincia di Padova

Nel territorio della provincia di Padova, la bulimia presenta una diffusione dell’1,8 per cento, contro l’1 per cento della popolazione italiana. Ma i dati su anoressia nervosa, bulimia e disturbi da alimentazione incontrollata sono sempre più allarmanti, soprattutto fra i giovani.
La percentuale di persone affette da anoressia nervosa, lo 0,3 per cento, è in linea con i dati internazionali mentre l’incidenza dei disturbi da alimentazione incontrollata è dello 0,1 per cento contro l’1 per cento. I dati sono stati raccolti in uno studio del 2003 eseguito dall’equipe medica Favaro, Ferrara e Santonastaso. Il progetto di educazione alimentare “Il tempo delle mele”, promosso dall’assessorato allo Sport della Provincia di Padova, si propone proprio di prevenire la diffusione di queste patologie.

“I disturbi alimentari – spiega la psicologa e psicoterapeuta Elena Tenconi, relatrice alle conferenze organizzate nell’ambito del progetto – insorgono generalmente durante il periodo adolescenziale e colpiscono soprattutto le ragazze. Il rapporto con i maschi è 10 a 1 per l’anoressia nervosa e 15 a 10 per la bulimia. Nell’anoressia nervosa l’ostinato rifiuto del cibo e il conseguente calo di peso si accompagna ad una visione disturbata della propria immagine corporea e ci si vede grasse anche quando si è sottopeso. La bulimia nervosa si caratterizza per la presenza di episodi di ingestione incontrollata di una grande quantità di cibo generalmente seguiti da forti sensi di colpa e umore depresso, autoimposizione di rigide restrizioni alimentari, paura di ingrassare e il ricorso a comportamenti come digiuno, iperattività fisica, vomito, abuso di lassativi e diuretici che hanno lo scopo di contrastare il tanto temuto aumento di peso e che, oltre a non assolvere questa funzione, sono spesso all’origine di importanti e pericolosi problemi medici”.

E’ importante anche aiutare i genitori a riconoscere i primi sintomi dell’insorgere di queste patologie. “Se nell’anoressia si osserva sempre un più o meno grave sottopeso – continua Elena Tenconi – nella bulimia nervosa il peso corporeo resta in genere entro i valori normali e in caso di disturbi da alimentazione incontrollata tende ad un lento e progressivo aumento. Quest’ultimo disturbo si caratterizza per la presenza delle crisi bulimiche in assenza delle restrizioni alimentari o dei comportamenti inappropriati tipici della bulimia”.

Circa il 30 per cento di coloro che si sottopongono a programmi di controllo del peso sono affetti da un disturbo dell’alimentazione incontrollata. Solo una piccola percentuale di persone con disturbo alimentare giunge all’attenzione dei medici (meno del 50 per cento nell’anoressia e circa il 30 per cento nella bulimia). “In generale – prosegue la dottoressa Tenconi – il disturbo si riconosce quando compare un importante dimagrimento, eccessiva preoccupazione per il peso corporeo, restrizione alimentare, conteggio delle calorie, frequenti commenti e ansia relativi al sentirsi grassi, continue richieste di rassicurazione circa il proprio aspetto fisico, negazione della fame, frequenti scuse per evitare gli orari dei pasti, eccessivo esercizio fisico. Ma anche solitudine e chiusura delle amicizie possono essere indici”.

Per prevenire, è necessario intervenire su alcuni fattori di rischio. “In particolare – conclude l’esperta – idealizzazione della magrezza, insoddisfazione corporea, difficoltà nella gestione delle emozioni negative. Infine, si possono potenziare i fattori detti protettivi quali il supporto sociale, la famiglia e l’auto-stima. La famiglia, in passato considerata causa del disturbo, soprattutto per l’anoressia nervosa, viene oggi considerata un importante alleato nella cura”.

(Ufficio stampa Provincia di Padova)
 

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