Libri, ‘Storie di padri. Storie di figli’ di Andrea Polo: “Non chiamatemi mammo”


Esce il 15 marzo il romanzo che, attraverso quattro generazioni, indaga la paternità
Roma, 13 mar. – Un viaggio attraverso quattro generazioni che racconta, con ironia e acume, l’evoluzione della paternità, dai primi del 900 ad oggi ma attenzione: “non chiamatemi mammo”. Esce il 15 marzo in libreria e su tutte le piattaforme online ‘Storie di padri. Storie di figli. Quattro generazioni a confronto’, il romanzo edito da Paesi Edizioni, scritto da Andrea Polo (160 pagine, disponibile in versione cartacea e ebook) che si racconta all’Adnkronos. “L’idea di scrivere la storia di mio nonno è sempre stata nel retropensiero fino al momento in cui è venuto a mancare il mio papà. E rimettendo a posto le sue cose ho scoperto tante cose che non sapevo o che non avevo capito da figlio”, dice l’autore.
E’ stato in quel momento, spiega Polo, che “ho realizzato che volevo dare a miei figli e indirettamente anche a mia nipote un qualcosa che potesse fungere un po’ da pietra su cui costruire il loro ricordo: sapere da dove loro sono arrivati, quello che è stato e rischiava invece di essere perso”. Cosimo diventa padre nel 1910; Andrea, suo nipote nel 2010, a dividerli esattamente un secolo di storia e cultura in profonda e continua evoluzione. Il primo, nato pastore, ha imparato a leggere e scrivere durante la prigionia e fa di tutto perché i suoi undici figli possano studiare e diventare ‘migliori di lui’. Andrea, nato a sorpresa, a otto anni di distanza dai suoi fratelli, fa della scrittura e della parola il proprio mestiere e gira l’Italia e il mondo, diventando l’uomo ed il padre che è.
Ripercorrendo la storia della famiglia, Andrea con i figli, Marco e Giovanni, affronta un viaggio attraverso un secolo di paternità: da quando i bambini non si prendevano in braccio perché ‘cosa da donne’ fino al momento in cui gli uomini hanno imparato, e forse in fondo gli è stato anche concesso, a godersi a pieno l’ essere padre, perché si sa, se quello del genitore è un mestiere senza dubbio difficile, è anche il più bello del mondo.
La paternità? “Godetevela. E’ bello essere impegnati con i propri figli perché come ha detto qualcuno prima di me, il tempo perso con i figli non è mai perso”, afferma Polo che parlando delle differenze con suo padre racconta: “Nonostante lui sia stato molto più giocherellone rispetto a mio nonno, non è mai venuto ad un colloquio con i professori, se non in casi drammatici. A me, invece, piace molto essere coinvolto nella quotidianità dei miei figli e per questo sono orgogliosamente rappresentante di classe da sempre”.
E per essere genitori non ci sono consigli: “Non esiste un manuale di istruzioni. Gli errori si fanno sempre, a volte sono gravi a volte meno. Si fa il meglio che si può ma personalmente non sono un sostenitore del fatto che il padre e la madre debbano essere amici dei figli. Io sono Andrea per tutti ma sono papà soltanto per due persone in tutto il mondo e questo rimarca l’unicità del rapporto. Dobbiamo supportarli e sostenerli ma gli amici li trovano fuori”. Ultima cosa. Andrea dedica il libro ai due figli, ovviamente, e ai fratelli, Fabrizio e Carla. “A loro voglio dedicare le ultime parole che ho sentito dal mio papà: ‘voi tre – parlando di me e dei miei fratelli – dovete volervi sempre bene’. Ed è questo quello che dico ai miei figli perché loro saranno comunque sempre uno il supporto per l’altro. Qualunque cosa succeda loro rimarranno sempre fratelli”.
Il romanzo verrà presentato il 19 marzo, in occasione della Festa del Papà, presso la libreria Lapsus di Milano alle 18.30. Verrà inoltre presentato, sempre alle 18.30, il 27 marzo a Roma presso lo Starhotels Metropole, il 3 aprile nuovamente a Milano presso Mare culturale Urbano e il 17 aprile a Cagliari presso l’Istituto Fondazione Carlo Felice, a cura della Mondadori di Via Paoli e dell’associazione Afs. Il 10% dei diritti d’autore sarà devoluto alla Onlus Ele Morez (https://www.elemorezonlus.com).

(Adnkronos)