IL SOTTOBOSCO DELLE VENDITE NON AUTORIZZATE DI PREZIOSI MESSO IN LUCE DALL’AZIONE DELLA GUARDIA DI FINANZA

Simone Tasinato (presidente Gioiellieri Ascom Confcommercio Padova): “Fenomeno diffuso, soprattutto per quanto riguarda oro e argento. E ai cittadini dico di fidarsi di chi ha una professionalità, un negozio, una vetrina”

Uno svizzero, tre tedeschi e un italiano. Sembra l’avvio di una barzelletta, ma non lo è.

E’ invece il resoconto di un’azione della Guardia di Finanza che, nei giorni scorsi, ha interrotto in un hotel della cintura una compravendita di oro e pellicce in totale dispregio delle norme.
“Innanzitutto devo ringraziare la GdF per l’azione di contrasto – ha commentato il presidente dei gioiellieri dell’Ascom Confcommercio di Padova, Simone Tasinato – e poi perché ha contribuito a fare luce su un fenomeno, quello dell’attività di commercio di oggetti preziosi già anticipato da “Striscia la Notizia”, che sconta un abusivismo poco conosciuto ma molto attivo anche sul nostro territorio”.
Per capire, vediamo di riassumere cosa è previsto dalla legge.
Per poter svolgere l’attività di commercio di oggetti preziosi è necessario ottenere l’autorizzazione del Questore territorialmente competente prevista dall’articolo 127 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza che viene rilasciata previo accertamento della sussistenza dei requisiti stabiliti dalla legge. Inoltre, per l’acquisto di oro usato serve l’iscrizione all’OAM, il registro dei mediatori.
“Chiunque – si può leggere nelle norme – senza la licenza dell’autorità o senza osservare le prescrizioni della legge, fabbrica o pone in commercio cose preziose, o compie su esse operazioni di mediazione o esercita altre simili industrie, arti o attività, è punito con sanzione amministrativa pecuniaria”. Fin qui la norma. Spesso, come si diceva, by-passata. “Soprattutto per quanto riguarda l’argento – continua Tasinato – forse perché ha un valore minore rispetto all’oro, ma che rimane pur sempre un metallo prezioso che rientra a pieno titolo nella normativa”.

Giusto nei giorni scorsi, nella sede dell’Ascom Confcommercio, il consiglio di categoria ha affrontato la questione non mancando di rilevare come il fenomeno non solo costituisca un danno economico per chi opera nella legalità, ma rappresenti anche un danno d’immagine per una categoria che fa della fiducia uno dei caposaldi della propria professionalità.
“Alla cittadinanza – conclude il presidente dei gioiellieri dell’Ascom Confcommercio – raccomandiamo di non cadere nelle reti di personaggi poco raccomandabili ma di preferire sempre la consulenza di chi è presente sul mercato con una professionalità, un negozio, una vetrina e che dell’onorabilità fa la base della propria attività presente e futura. Regola aurea è poi non dare ascolto ai messaggi troppo invitanti perché spesso nascondo un raggiro. Infine mi sento di rivolgere un avviso a verificare la propria posizione a quei colleghi che, in assoluta buona fede, commercializzando oggetti che potrebbero considerare bigiotteria ma che invece hanno parti in argento o comunque ascrivibili a “preziosi”, rischiano di essere sanzionati”.

PADOVA 8 MARZO 2024

(Ascom Padova)