GLI ENTI BILATERALI DEL TERZIARIO E DEL TURISMO PADOVANI: SOSTEGNO CONCRETO PER LAVORATORI E IMPRESE

Allo Sheraton sala gremita per un convegno con tante sollecitazioni e proposte

Negli anni ’90, quando gli enti bilaterali muovevano i primi passi, anche i più ottimisti non avrebbero potuto prospettare uno sviluppo ed un consenso così elevato. A distanza di più di 30 anni oggi gli enti bilaterali sono una realtà che, soprattutto in alcune realtà come quella padovana, sono un’importante sostegno per i lavoratori e le imprese e, al tempo stesso, hanno contribuito a sviluppare un sistema di welfare che spazia dai contributi economici, alla previdenza, alla formazione, alla salute.
Di tutto questo si è parlato nel corso del convegno “Il valore della bilateralità e il welfare contrattuale” che l’Ente Bilaterale del Terziario di Padova e l’Ente Bilaterale Turismo Padova Terme Euganee hanno organizzato questa mattina al Four Points by Sheraton di Padova.
Sala gremita per seguire gli interventi che hanno animato una  mattinata di sollecitazioni e riflessioni a partire da  quelle proposte dai due presidenti degli enti organizzatori.
Ha esordito Maurizia Rizzo, presidente dell’Ente Bilaterale Turismo che ha riassunto i motivi dell’iniziativa per ricordare come la crisi del 2008 abbia evidenziato l’importanza degli enti bilaterali.
“Oggi – ha detto Rizzo – le necessità  sono cambiate: aprono tante (troppe) startup a fronte della chiusura di aziende storiche e siamo alle prese con nuove povertà e innovazioni che ci interrogano“.
Le ha fatto eco Marco Italiano, presidente dell’Ente Bilaterale del Terziario che ha ripercorso un po’ di storia della bilateralità padovana per poi ricordare come, nell’ultimo anno, l’attività degli Enti abbia registrato un balzo del 50 per cento.

Sono poi seguiti gli interventi di Stefano Franzoni, vicepresidente dell’Ente Bilaterale Nazionale Turismo; di Giuseppe Zabbatino, direttore dell’Ente Bilaterale Nazionale Terziario (presente in sala anche il presidente dell’Ascom Confcommercio Patrizio Bertin nella sua veste di vicepresidente nazionale dell’Ente); di Eleonora Pisicchio, direttore del Fondo For.Te; di Daniela Vitelli, responsabile dell’Area prestazioni del Fondo Fast; di Augusta Tartaglione, responsabile della comunicazione e promozione del Fondo Fon.Te; di Antonella Battaglia, responsabile dell’Ufficio contributi del Fondo Est e di Emmanuele Massagli, presidente di Aiwa, Associazione Italiana Welfare Aziendale.
Molti, come si diceva, gli spunti offerti dalla mattinata. Alcuni di carattere piuttosto tecnico, altri più “politici”, come quello di Stefano Franzoni che ha voluto evidenziare come esistano più  “turismi” con logiche di funzionamento molto diverse (un bar presenta esigenze niente affatto paragonabili a quelle di un albergo) ma è pur sempre un sistema complesso con 1,5 milioni di addetti.
“Dal territorio – ha detto Franzoni – sono arrivate le esperienze dalle quali è nato un ventaglio molto ampio di sussidi (scuola materna, libri di testo, ecc.). Adesso però serve il salto di qualità per cui dobbiamo parlare di livelli essenziali di prestazioni per evitare disparità importanti”.
L’imperativo: legare formazione a occupabilità, perché chi esce da un corso deve essere una persona che può realmente avere un lavoro. E su questo il Veneto è oggettivamente più avanti.
Dai molti interventi tecnici un’informazione importante riportata da Augusta Tartaglione del Fondo Fon.Te.: sono 271mila iscritti i lavoratori iscritti e 40mila le aziende. C’è molto spazio per crescere.

PADOVA 20 FEBBRAIO 2024

(Ascom Padova)