Convegno sul cavallo atleta, Di Paola “Apripista di novità”

BOLOGNA (ITALPRESS) – Aula piena nella sala Armi della facoltà di Giurisprudenza a Bologna per il convegno “Cavallo atleta: tutele e prospettive”, organizzato dalla Federazione Sport Equestri dopo il riconoscimento per legge della dignità del cavallo di vero e proprio atleta. L’art. 22 del Decreto legislativo 36/21 modificato dal D.Lgs 163/2022, recita infatti: “Il cavallo è definito “cavallo atleta” quando ricorrano insieme alcuni determinanti requisiti: che sia un “equino registrato”, che sia dichiarato “non destinato alla produzione alimentare e che sia iscritto al repertorio dei cavalli atleti tenuto dalla Federazione Italiana Sport equestri, Federazione Pentathlon moderno, Fitretec Ante o un Ente di promozione sportiva come risulti dal documento di identificazione”. Al centro del dibattito il significato istituzionale ma anche pratico di questo riconoscimento, che parifica il cavallo atleta al pari di uomini e donne. Sull’argomento, dopo i saluti di Michele Caianello direttore del dipartimento di scienze giuridiche dell’università di Bologna e del direttore di scienze per la qualità della vita dell’università degli studi di Bologna Claudio Stefanelli, sono intervenuti, moderati da Carlo Bottari, professore all’Alma Mater di Bologna e direttore della rivista “Diritto dello sport”, Marco Di Paola, presidente della FISE, Francesco Lima director governance & institutional affairs della Federazione Equestre Internazionale, Eleonora Ottaviani, direttrice dell’international jumping riders club, Giulia Martinengo Marquet, amazzone italiana di livello internazionale, Tommaso Di Paolo, funzionario giuridico del ministero della salute, Gianpaolo Guarnieri, procuratore federale della FISE e Paco D’Onofrio professore associato all’università di Bologna.
Le considerazioni conclusive sono state a cura di Ettore Battelli, professore ordinario all’università degli studi di Roma Tre ed Elena Zucconi, Galli Fonseca, professoressa ordinaria all’università degli studi di Bologna. A margine della conferenza il presidente della Fide Marco Di Paola ha voluto ribadire l’importanza dell’incontro: “Il cavallo per noi non è solo compagno di vita ma compagno di sport. E’ un atleta. Nella nostra mentalità l’abbiamo sempre riconosciuto come tale, ma ora lo è pure dal punto di vista giuridico per l’ordinamento italiano. E’ un passaggio molto importante perché significa attribuire al cavallo oltre alla convivenza con lo sportivo, uno status giuridicamente riconosciuto e quindi, nel tempo, ottenere diversi privilegi. L’Italia è la prima nazione al mondo che ha dato al cavallo la dignità di atleta parificandolo all’uomo e la FISE, che ha tre sport olimpici che si praticano con il cavallo, non può che salutare con favore questo riconoscimento”. E’ un cambiamento soprattutto simbolico? “No, ci sono anche risvolti pratici anche se ora i contenuti bisogna inserirli. Intanto abbiamo ottenuto una grande sensibilità sull’argomento e sarà l’apripista di tante novità in materia”.
A fargli eco è il segretario generale della Fise Simone Perillo: “Per noi è un riconoscimento straordinario e fondamentale. La riforma dello sport, che è entrata in vigore a settembre, ha sancito per legge il riconoscimento del nostro compagno di sport come atleta. Quindi non come animale da trasporto, agricolo o da compagnia, ma con pari diritto come l’essere umano. Se a livello nazionale è stato un risultato straordinario, ora l’obiettivo è che diventi modello a livello europeo e internazionale. Per questo era importante avere qui, a Bologna, la FEI che è intervenuta a questo convegno all’università di Bologna. A livello pratico con questo riconoscimento si ha un inquadramento diverso che potrà avere ripercussioni su diversi argomenti. Ad esempio sulla legge dei trasporti, visto che non sarà più un mezzo di trasporto, in termini di controlli veterinari, con maggiori cure e maggiori tutele, ad esempio sul rischio di doping, un diverso inquadramento fiscale visto che non sarà più un bene, cioè una cosa, ma sarà sempre più vicino all’essere umano. Quindi per ora è un risultato simbolico ma che avrà presto una concretezza fondamentale per gli sport equestri”.

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