Decreto “Salva spese”

La stretta sul bonus “barriere architettoniche” ci lascia basiti

Tuttavia, se dai proclami degli ultimi tempi si poteva intuire uno “stop” governativo rispetto ad ogni ipotesi di proroga del superbonus, ciò che lascia basiti è la stretta sul bonus “barriere architettoniche” e soprattutto la motivazione riportata dal Governo, ossia, quella di “evitare comportamenti opportunistici”.

Il bonus “barriere architettoniche”, ossia, quella detrazione fiscale del 75% sui lavori volti ad eliminare le barriere architettoniche dagli edifici, appunto, è stato molto sfruttato, sia per la percentuale elevata di agevolazione, sia perché, per esso, era consentito lo sconto in fattura o la cessione del credito fiscale nascente. Il decreto “salva spese”, invece, a partire dal 30 dicembre 2023, limita la possibilità di sfruttare questa detrazione concedendola solo per scale, rampe, ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici. Niente più 75% per opere su infissi, pavimenti, servizi igienici, né per l’automazione degli impianti, neanche se conformi al DM 236 del 1989 che disciplina questi interventi particolari.

Inoltre, per quei pochi lavori per i quali si potrà ancora sfruttare la detrazione, è stato introdotto l’obbligo di una nuova certificazione che assicuri il rispetto dei requisiti previsti proprio da questa norma.

Le modifiche al bonus vanno a penalizzare le famiglie con anziani e disabili

A partire dal primo gennaio 2024, poi, sempre per il bonus “barriere architettoniche”, niente più sconto in fattura o cessione del credito, se non per interventi, su parti comuni condominiali e/o su case singole adibite ad abitazione principale, eseguiti da soggetti con reddito di riferimento non superiore ai 15.000 euro. Per fortuna, almeno, è stata prevista una clausola di salvaguardia che evita che queste nuove restrizioni e regole valgano anche per gli interventi “avviati” prima del 30 dicembre 2023.

“Ciò che rattrista – commenta Dall’Aglio – è come questo provvedimento rappresenti una marcia indietro rispetto agli obiettivi di sostenibilità sociale che ormai sono imprescindibili. In una nazione che continua ad invecchiare a ritmi preoccupanti, dove il costo della sanità pubblica è divenuto quasi insostenibile, tranciare le gambe a questa agevolazione fiscale che favorisce l’adattamento delle abitazioni a livelli accettabili di vivibilità, è veramente avvilente. Come ormai succede sempre più spesso, per colpa dei furbi, vengono penalizzate anche persone e famiglie oneste che, con questo bonus, avrebbero potuto rendere la vita più semplice e dignitosa ad anziani e disabili. Faremo di tutto perché, in fase di conversione, si trovi la via di mezzo, evitando le truffe”.

(Confartigianato Imprese Padova)