Bertolini “Nel calcio italiano le donne sono immagine”

ROMA (ITALPRESS) – “Sento dire che questo è l’anno zero: allora chi ha compiti di governo cosa ha fatto dal Mondiale 2019 in poi? La verità è che nel calcio italiano le donne sono immagine, servirebbero le quote rosa, manca progettualità”. Così, dalle colonne del “Corriere della Sera”, l’ex ct dell’Italia femminile del calcio, Milena Bertolini.
“Da noi manca un progetto che ti faccia pensare che il calcio femminile sia qualcosa di importante a livello culturale. E’ Un problema di testa. Io penso di aver lasciato un’eredità: una squadra rinnovata, che ha un futuro. Però dobbiamo ritrovare tutti un pò di umiltà”, ha detto ancora la Bertolini.
“A Soncin (nuovo ct dell’Italia femminile, ndr.) auguro il meglio ma andava cavalcata quell’onda positiva. Certo oggi c’è il professionismo, importantissimo. Ma la progettualità è un’altra cosa: distribuire risorse alla base, lavorare sul territorio, far crescere le tesserate, che si sono fermate, incentivare con la premialità a fare il settore bambine. E la promozione della Nazionale? Noi abbiamo fatto partite in casa in cui erano molti di più i tifosi avversari”, ha precisato l’ex ct azzurro.
“Cosa non ha funzionato al Mondiale? Il cambio generazionale, giusto e necessario, ha creato problemi di equilibri all’interno della squadra. Non è facile dire a una veterana che resterà a casa. Ci sono di mezzo rapporti, esperienze, gioie, dolori. Io ho avuto bisogno dei miei tempi, le ragazze dei loro per metabolizzare: non sono coincisi”, ha continuato la Bertolini.
“L’esclusione di Gama? Al raduno di aprile ho parlato chiaro a tutte le giocatrici più esperte: attenzione, le giovani premono, nessuna ha il posto garantito. Sara inclusa. Se verrete al Mondiale, ho detto, potrete giocare o stare in panchina però il vostro contributo al gruppo sarà comunque importante. E’ il concetto di squadra che deve prevalere. Con Girelli, Cernoia e Bartoli è nato un patto: mi hanno dato la loro disponibilità totale. Sara l’ha presa male da subito: ho capito che quel ruolo, in Nuova Zelanda, non avrebbe potuto reggerlo”, ha concluso l’ex ct azzurro.
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(ITALPRESS).