Acqua, nel 2022 perso un terzo risorse idriche (-31% su 2021): 4 volte il lago di Bolsena

È quanto emerge dallo studio ‘Acqua: azioni e investimenti per l’energia, le persone e i territori’ realizzato da The European house – Ambrosetti in collaborazione con A2A, presentato oggi nell’ambito del forum di Cernobbio

Roma, 1 set. Nel 2022 si stima una perdita del 31% delle risorse idriche (36 miliardi di metri cubi in meno) rispetto al 2021. Si tratta di volumi equivalenti a 4 volte il lago di Bolsena (9,2 miliardi di metri cubi) o 60 volte il lago Trasimeno (0,6 miliardi di metri cubi). È quanto emerge dallo studio ‘Acqua: azioni e investimenti per l’energia, le persone e i territori’ realizzato da The European house – Ambrosetti in collaborazione con A2A, presentato oggi nell’ambito del forum di Cernobbio dall’amministratore delegato di A2A, Renato Mazzoncini, e partner e il responsabile scenari e intelligence di The European house – Ambrosetti, Lorenzo Tavazzi.
In termini di volumi effettivamente disponibili per i vari utilizzi finali, si stima un calo di 7,1 miliardi di metri cubi in un anno, ”con impatti negativi sul settore agricolo, civile e industriale”, si spiega nel documento. Tale volume corrisponde complessivamente alla ”quantità d’acqua necessaria per irrigare 641 mila ettari di terreni agricoli (pari alla superficie agricola del Lazio), all’acqua consumata annualmente da oltre 14 milioni di persone (pari agli abitanti di Lombardia e Piemonte) e a quella necessaria alla produzione di 82 mila imprese manifatturiere (il numero di imprese manifatturiere di Veneto, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna)”.
L’acqua, si ricorda nello studio, ”attiva anche una filiera industriale produttiva lunga e articolata, dal settore primario, alla manifattura, fino al settore energetico e al servizio idrico integrato, abilitando la generazione del 18% del pil industriale italiano, pari a 320 miliardi di euro”. La disponibilità di acqua in Italia ”è messa a rischio dagli effetti del cambiamento climatico, di cui il 2022 ha rappresentato l’anno nero con picchi di anomalie termiche e pluviometriche e una crescita della frequenza degli eventi estremi, come piogge intense (+50,2% medio annuo negli ultimi 20 anni) e allagamenti (+26,4% medio annuo nello stesso periodo)”.

(Adnkronos)