Prodi: “Pd ha perso metà elettori in 15 anni”


L’ex presidente del Consiglio: “Non sono contrario alle alleanze, vanno costruite”
Roma, 22 lug “Il populismo non è un evento casuale ma il rifugio del popolo che non trova casa. Il problema che non ha trovato casa nemmeno nel Pd, che in 15 anni ha perso metà dei suoi elettori, vicino a 6 milioni di di voti. Questo deve obbligarci a riflettere su come costruire un rapporto con il Paese e come costruire la casa che possa ospitare gli italiani”. Lo ha detto Romano Prodi nel suo intervento alla convention di Energia popolare, organizzata a Cesena da Stefano Bonaccini.
“Ricominciamo dagli errori compiuti, quando il Pd ha pensato solo a interessi di breve periodo, la riforma elettorale, la riforma della Rai, alcuni cambiamenti costituzionali imprudenti, il finanziamento pubblico dei partiti, la difesa della democrazia. Tutti cedimenti alla situazione, Ricominciamo a parlare con tutti gli italiani, indicando il cammino per la rinascita”, ha aggiunto.
“Oggi il pulmann non basta, oggi nessuno si fermerebbe alle sue fermate. Ma ci sono tanti strumenti. Si possono prendere 10-15 parole di cui parliamo, pace, sanità, immigrazione, si chieda a 15-20 esperti, saggi, di rispondere in rete e poi il Pd va a dire cosa si è concluso”, ha detto delineando una strategia nuova.
“Il Pd ha ancora la possibilità di essere perno della trasformazione, ma è un obiettivo che può essere raggiunto solo con spirito unitario, troppe volte mancato. Non è facile ricostruirlo ma è la condizione perchè il Pd possa presto tornare alla guida della nostra Italia”, ha affermato. “Il Pd non è esente da colpe, ma penso che sia l’unico partito che per la sua storia, per i legami interni e per i rapporti che mantiene con tante parti significative della società sia capace di indicare i progetti e i percorsi necessari perchè la democrazia torni a essere operante. Non possiamo continuare a essere un partito rassegnato in un Paese rassegnato”.
“Abbiamo smesso di riflettere sull’idea di Paese che vogliamo costruire, non ci pensiamo più. Sono prevalse le esigenze delle alleanze temporanee anche per equilibri di potere”, ha evidenziato.
“Non sono contrario alle alleanze, vanno costruite. Io ho cercato di costruire delle coalizioni, ma esse devono fondarsi su una idea condivisa dell’Italia e del suo futuro”, ha aggiunto l’ex premier.

(Adnkronos)