L’azienda Baccichetti molto attenta alla biodiversità, storicamente produttrice di olio extravergine di oliva nelle colline di Vittorio Veneto, ortaggi e vigneti ha reintrodotto la coltivazione del vecchio fagiolo Mame dell’alpago o turchi. E’un antico fagiolo che veniva coltivato consociato con il mail ma con l’arrivo dei diserbi e della moderna agricoltura meccanizzata non si è più potuto coltivare . Sebastiano con il figlio Giovanni ha voluto dare nuova vita a questa varietà in circa 2 ettari di terreni vocati della zona montana dell’Alpago. Lo coltivano secondo i vecchi canoni tramandati con tutore canna di bambù da 3 mt in quanto è un fagiolo molto vigoroso, raccolta manuale ed una attenta procedura per l’essicazione. L’areale tipico di coltivazione è la montagna, la caratteristica di questo fagiolo è nella buccia molto fine che permette di trasformalo in creme e minestre di fagioli molto apprezzate da cuochi e ristoratori in quanto è privo di granulosità in bocca, con un gusto delicato

Le mame dell’Alpago, come si intuisce dal nome, sono un cibo fortemente identitario per il luogo. Sono spesso presenti negli orti famigliari, e anche se la commercializzazione è molto limitata i migliori ristoratori li propongono in menu, sicuri che verranno apprezzati. Appena seccati sono color bianco crema, poi in pochi mesi diventano nocciola.

Il progetto rappresenta un momento importante di recupero di biodiversità vegetale con la coltivazione di una vecchia varietà di fagioli quasi completamente persa e confinata in alcune aree montane. Un prodotto di alto valore simbolico come il fagiolo che rappresentava le proteine nel periodo del dopo guerra, ed un prodotto di alto valore gastronomico per le sue peculiarità in cucina di cremosità e gusto delicato.