Sciopero Trenitalia e Italo, sindacati: “Adesione altissima”


Dimezzato l’orario della protesta. Salvini: “Impensabile lasciare a piedi 1 milione di italiani”. Ira dei sindacati: “Precettazione illegittima, ricorreremo”
Sono state altissime le adesioni allo sciopero dei treni scattato dalle 3 alle 15 di oggi, giovedì 13 luglio 2023, che ha coinvolto i lavoratori di Trenitalia, Italo e Trenord. Lo rende noto Filt Cgil che riporta “tante cancellazioni tra i treni non garantiti e ritardi tra quelli che circolano”. “I ferrovieri di Trenitalia e Italo hanno risposto in massa alla protesta indetta a seguito dell’incapacità di due aziende di chiudere due vertenze aperte da mesi ma anche contro un’ordinanza vergognosa del Ministero dei Trasporti che penalizza lavoratori e lavoratrici e osteggia pesantemente il diritto di sciopero previsto dalla costituzione”. “L’ordinanza del ministro Salvini tra l’altro, oltreché essere illegittima e sbagliata – sottolinea la federazione dei trasporti della Cgil – ha creato più confusione e maggiori disagi, illudendo alla vigilia gli utenti che lo sciopero fosse revocato e mandando in tilt il sistema della circolazione dei treni visto che erano state già programmate le cancellazioni”.
“Dopo questa nuova ed alta risposta di adesione di lavoratrici e lavoratori delle ferrovie – afferma la Filt Cgil – siamo in attesa di sapere come proseguirà il tentativo di mediazione del ministro per far uscire le due aziende dal torpore di questi ultimi mesi di trattative e per riavviare un confronto costruttivo con Trenitalia su turni di lavoro e assunzioni e con Italo sul rinnovo del contratto”.

Salvini ha rimato ieri , inizialmente proclamato fino alle 2 di venerdì 14 luglio. “In un caldo, caldissimo giovedì di luglio non potevamo lasciare a piedi un milione di lavoratrici e lavoratori, giovani, anziani e pendolari. Quindi capisco le rivendicazioni dei lavoratori delle ferrovie, tanto che ho chiesto alle aziende nelle prossime ore di riaprire il tavolo per riconoscergli quello che chiedono, ma uno sciopero di 24 ore sarebbe stato insostenibile e dannoso per il paese”. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini al Tg 1 “Si tratta di un lavoro usurante quello dei ferrovieri come quello di tanti altri”, afferma Salvini in merito alla trattativa con i sindacati, “quindi è giusto che abbiano più riconoscimenti, però i diritti di questi lavoratori non potevano lasciare a piedi altri milioni di lavoratori”.
Sulloe sulla possibilità di una precettazione, “stiamo lavorando anche su questo. La settimana prossima è convocato un tavolo tra aziende e lavoratori”, dichiara il ministro. “Anche in questo caso: sono sei anni che non c’è un contratto. Quindi stiamo recuperando anni e anni di ritardi e arretrati sui contratti e sui cantieri. Conto sul buon senso anche su questo, per gli italiani e per i tanti turisti, perché questa sarà una stagione straordinaria e non può essere rovinata da scioperi su scioperi”.

“La precettazione è un’iniziativa, vergognosa, sbagliata e illegittima. Le astensioni dal lavoro sono state dichiarate secondo le leggi vigenti, valuteremo in sede legale come rispondere all’iniziativa di comprimere il diritto costituzionale di sciopero”. Così il segretario generale della Filt Cgil, Stefano Malorgio, commenta la decisione del Mit di dimezzare lo sciopero dei treni. “Le proclamazioni degli scioperi sono a conoscenza del Ministero dei Trasporti dall’8 e dal 22 giugno, in questi 34 giorni nulla è stato fatto per evitarli mentre vi era tutto il tempo e la disponibilità per farlo”, prosegue.
“Sul trasporto ferroviario e sul trasporto aereo – sottolinea ancora Malorgio – sono stati convocati dal Mit solo oggi (ieri, ndr) due tavoli con le controparti che non hanno prodotto nulla. L’impressione generale è di un Ministero che prova a recuperare tempo perso quando ormai è troppo tardi. Treni ed aerei sono già stati cancellati in previsione dello sciopero e quindi in ogni caso non saranno evitati i disagi ai viaggiatori che vanno imputati a chi ha portato le trattative ad un punto morto”. “I lavoratori protestano per il rinnovo di due contratti nazionali e per una vertenza nella più grande azienda di trasporto del paese, altro che micro rivendicazioni come le definisce il Ministro e, se si fossero date risposte, avrebbero evitato di perdere salario con uno sciopero”, conclude.
“Ricorreremo nelle sedi giudiziarie competenti per impugnare questo provvedimento che contrasta pesantemente con il diritto allo sciopero previsto dalla nostra Costituzione”. Ad affermarlo il segretario generale Claudio Tarlazzi e il segretario nazionale Roberto Napoleoni della Uiltrasporti in merito alla decisione del Mit.

(Adnkronos)