Salute: dolore cronico per 28% italiani, campagna social per saperne di più

‘E tu sai cosa di prova? Superare il dolore si può’ promossa da Sandoz, in autunno anche al cinema e in farmacia

Roma, 4 lug. (Adnkronos Salute) – Di dolore cronico – mal di schiena, mal di testa, dolori ai muscoli o alle ossa – soffre circa il 28% della popolazione italiana. Una condizione diffusa, ma di cui si parla poco. Per questo viene lanciata oggi la campagna ‘E tu sai cosa si prova? Superare il dolore si può’, promossa da Sandoz con il patrocinio di Aisd (Associazione italiana per lo studio del dolore), FederDolore Sicd, Fondazione Isal, Fondazione Onda (Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere) e Simg (Società italiana di medicina generale). Obiettivo: informare in maniera corretta e allo stesso tempo semplice e diretta i cittadini su cosa sia il dolore cronico, perché è importante non sottovalutarlo e cosa si può fare per superarlo. Al centro dell’iniziativa un video ironico interpretato dalla coppia comica Corrado Nuzzo e Maria Di Biase, che oltre a essere lanciato sui profili social degli artisti approderà in autunno nelle sale cinematografiche italiane. A questo si aggiungono le informazioni presenti sulla pagina web ‘Scelte di Salute’ () che verranno distribuiti nelle farmacie a partire dal prossimo settembre.
Il bisogno di maggiore informazione – si legge in una nota – è confermato dai risultati dell’indagine ‘Il dolore cronico nella popolazione’ promossa da Fondazione Onda con il supporto non condizionato di Sandoz, e realizzata da Elma Research. L’analisi delle risposte del campione, rappresentativo della popolazione italiana e composto da 600 uomini e donne, fa emergere che il 34% ha un’esperienza diretta con il dolore cronico, ma solo il 23% ha ricevuto una diagnosi specifica. Notevole anche l’impatto sulla qualità di vita: circa il 60% di chi lo prova lo definisce un dolore forte (punteggi oltre a 7 sulla Pain rating scale), che interferisce notevolmente con la quotidianità del paziente e sul suo benessere psico-fisico. “Ma quello che ci colpisce di più è il ritardo con cui questa condizione invalidante viene riconosciuta – commenta Nicoletta Orthmann, coordinatrice medico-scientifica di Fondazione Onda – Il paziente aspetta circa 2 anni prima di rivolgersi a una figura di riferimento, spesso il medico di famiglia, e trascorrono circa 3 anni dalla comparsa dei sintomi alla diagnosi effettiva per mano dello specialista di riferimento per la patologia principale”.
Di fronte a dolori come mal di schiena, mal di testa, dolori muscoloscheletrici, che durano da oltre 3 mesi, il 57% degli intervistati chiede informazioni sui farmaci, il 53% sugli specialisti a cui rivolgersi, il 52% su esami e accertamenti a cui sottoporsi, per cercare così di alleviare una sofferenza che ha un forte impatto sulla qualità di vita.
“Il dolore cronico è definito come un dolore persistente, continuo o ricorrente, che dura da più di 3 mesi – spiega Maria Caterina Pace, professore ordinario di Anestesia e Rianimazione, Università degli Studi della Campania L. Vanvitelli di Napoli e past president Aisd – Diversamente dal dolore acuto, che è provocato da una specifica malattia o lesione, il dolore cronico perde la connessione con la sua causa iniziale e può diventare esso stesso malattia. E’ quindi fondamentale che il dolore venga riconosciuto e trattato fin dal suo esordio nell’ambito di una presa in carico globale secondo le linee guida diagnostico-terapeutiche legate alle specifiche condizioni di dolore”. Dalla fotografia scattata da Elma Research emerge però che questo non accade in molti casi: in media chi soffre di dolore cronico si rivolge dopo 6-7 mesi al farmacista e solo più tardi, dopo 2 anni, al medico. Il risultato è un ritardo diagnostico che non fa che peggiorare le condizioni dei pazienti, rimarca la nota.
L’indagine descrive nel dettaglio anche attraverso quale canale i cittadini vogliono ricevere informazioni sul dolore cronico: medici di medicina generale (67%), insieme a specialisti e specialisti del dolore (rispettivamente 47% e 45%), rappresentano le fonti prioritarie. Seguono il web e gli opuscoli informativi, indicati rispettivamente dal 40% e dal 30% dei rispondenti. Da qui la necessità di fare informazione e responsabilizzare sull’importanza di prendersi carico di sé e della propria salute, senza sottovalutare i sintomi e rivolgendosi ai professionisti della salute di riferimento.
“Il dolore cronico influenza inevitabilmente tutte le sfere della quotidianità – sottolinea Mauro Noviello, Head BU Retail & Specialty di Sandoz – Con questa campagna rinnoviamo ancora una volta l’impegno di Sandoz accanto a istituzioni, società scientifiche, associazioni civiche e di pazienti per sensibilizzare la popolazione in Italia sul trattamento del dolore. Il nostro auspicio è che cittadini siano sempre più informati e consapevoli affinché, rivolgendosi per tempo al medico e agli specialisti, possano intraprendere il giusto percorso di cura e superare il dolore”. Commentano Nuzzo e Di Biase: “La comicità permette di diffondere messaggi importanti in maniera leggera, ma efficace e soprattutto senza banalizzare situazioni di vita reale. Una battuta ti rimane in testa, lascia subito un segno, ma sedimenta e, in un secondo momento, può suscitare anche una riflessione più profonda. Speriamo con il nostro video di contribuire a diffondere il diritto a non soffrire e curare il dolore cronico”.

(Adnkronos)