Ucraina, Kiev: “Quasi 220mila russi uccisi da inizio guerra”


Distrutto deposito munizioni russo “molto significativo” a Kherson. Offensiva avanza a Zaporizhzhia e intorno a Bakhmut
Le forze ucraine hanno distrutto un deposito di munizioni russo vicino alla città portuale di Henichesk, occupata dai russi, nella regione meridionale di Kherson. Lo ha riferito Serhiy Bratchuk, portavoce dell’amministrazione militare di Odessa, sottolineando che si tratta di un deposito “molto significativo” situato nel villaggio di Rykove.
I media ucraini hanno che si alza all’orizzonte con suoni di esplosioni e proiettili in fiamme che volano nel cielo.
Rykove si trova su una linea ferroviaria a circa 20 km da Henichesk, una città portuale lungo il Mar d’Azov nell’Ucraina meridionale , occupata dalle forze del Cremlino sin dai primi giorni dell’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio 2022.
Intanto pesanti combattimenti continuano a concentrarsi nell’oblast di Zaporizhzhia, nell’oblast di Donetsk occidentale e intorno a Bakhmut. Il Lo riferisce il ministero della Difesa britannico, secondo il quale entrambe le parti stanno subendo perdite elevate, con perdite russe probabilmente le più alte dal picco della battaglia per Bakhmut a marzo.
Le forze di difesa ucraine hanno ucciso circa 219.820 russi tra il 24 febbraio 2022 e il 18 giugno 2023, di cui 650 solo nell’ultimo giorno. Lo ha detto lo stato maggiore delle forze armate ucraine in un post su Facebook. Le forze di difesa dell’Ucraina hanno anche distrutto, dall’inizio della guerra, 3.984 carri armati nemici, 7.729 veicoli corazzati da combattimento, 3.847 sistemi di artiglieria, 610 lanciarazzi multipli, 364 sistemi di difesa aerea, 314 aerei da guerra, 304 elicotteri, 3.371 sistemi aerei tattici senza pilota, 1.211 missili da crociera, 18 navi da guerra/cutter, 6.571 autocarri e autocisterne e 52 unità di equipaggiamento specializzato.
Le forze armate russe hanno rapito oltre 300 bambini dal distretto di Berdiansk, in Ucraina, per portarli nella Repubblica russa di Chuvashia. Lo ha scritto su Telegram il sindaco esiliato di Melitopol, Ivan Fedorov.

(Adnkronos)