A David Zard

27 gennaio 2018


Foto A David Zard

Tutto iniziò con Zard.
Sì, perché il lavoro del promoter prima di lui non era un lavoro, era il passatempo di chi in modo amatoriale si cimentava nel tempo libero a fare qualche concerto, spinto prevalentemente da una passione personale per la musica e giammai da un disegno imprenditoriale.
Fu lui, per primo, che qui in Italia, creò questo mestiere e da allora, nonostante le alte professionalità di cui oggigiorno possiamo vantare, quando si parla di concerti, nell’immaginario collettivo il primo nome che arriva alla mente è lui: David Zard.
Gli incontri con lui nei primi anni del nostro percorso sono come dei flash.
Il primo a tu per tu intorno alla metà degli anni 90, a Cannes durante la fiera internazionale della discografia: Riccardo Cocciante stava presentando al mondo un’opera che sarebbe diventata poi un universale capolavoro moderno Notre Dame De Paris e timidamente, nel dietro le quinte ci siamo salutati.
Alto, immenso, carismatico, inarrivabile. E con due occhi straordinariamente vivi, gli occhi di chi ha conosciuto la paura e la guerra nella sua patria tormentata, la Libia, da cui è dovuto fuggire per salvarsi la pelle.
La sensazione era quella di trovarsi di fronte ad un’istituzione, ma non per il suo passato glorioso, ma per l’acume e la lungimiranza dei suoi pensieri, sempre intensi e profondi.
In poche parole sapeva proiettarti in un mondo che non immaginavi, la visione sempre lungimirante sulle cose che avevi davanti agli occhi ma che solo lui sapeva cogliere.
David Zard parlava e non potevi che ascoltare, incantato.
Innamorato della vita e del suo lavoro, ogni parola era illuminante, soprattutto per noi che in chiave moderna calcavamo la sua impresa.
Uomo gentile, con una classe ed un’eleganza di altri tempi, lo sguardo di chi sa vedere dentro le persone ed oltre le convenzioni.
 
Di incontri con lui ne sono susseguiti tanti altri e sempre più intensi negli anni, soprattutto nei tempi più recenti.
Ha visitato con noi la Cappella degli Scrovegni, così come noi abbiamo apprezzato una Roma inedita, sua città adottiva, attraverso i luoghi a lui cari, la sua casa, la sua famiglia, il suo lavoro.
Abbiamo avuto la fortuna di mettere in scena i suoi capolavori, le opere moderne come lui le amava definire, Notre Dame De Paris, Giulietta e Romeo, che peraltro tornerà a Padova a Marzo.
Dal nome simile per cui spesso le organizzazioni venivano confuse l’una con l’altra (i patron Diego Zed – David Zard), al modo di concepire questo lavoro mettendoci a disposizione del pubblico con servizi innovativi per l’accoglienza e la fruizione degli spettacoli, alla realizzazione di un teatro moderno configurato ad hoc, così come alla promozione capillare ed impattante degli eventi: lui stesso sorrideva per le analogie che ci accomunavano, tant’è che ha sostenuto con forza la sinergia e l’unione con il suo più grande tesoro, il figlio Clemente, astro nascente di questo mestiere, con cui abbiamo intrapreso un rapporto primariamente di amicizia e quindi anche di importante intesa professionale.
 
Abbiamo appreso con sconcertante tristezza la notizia della tua scomparsa.
Noi, che ci riteniamo in parte una tua “costola”, non possiamo che ringraziarti per i grandi insegnamenti che ci hai dispensato e tramanderemo questa risorsa inestimabile nella nostra esperienza quotidiana con il nostro pubblico.
Ciao Davide.

(Zed Live)