Def, Renzi: “Ne’ tagli ne’ aumenti tasse”. Venerdi’ il varo definitivo


La crescita viene rivista in lieve rialzo: +0,7% nel 2015, +1,4% nel 2016 e +1,5% nel 2017. Comuni e Regioni avevano espresso le loro preoccupazioni per eventuali tagli. Prima di venerdi’, ha annunciato il premier, incontreremo Comuni e Regioni se necessario. Padoan, “le aspettative di un aumento
delle tasse sono state disattese”

(AdnKronos) – Il Cdm di oggi ha avviato l’esame del Def e l’approvazione ci sara’ “venerdi’ mattina”. Cosi’ il premier Matteo Renzi al termine del Consiglio dei ministri di oggi, sottolineando che nel Documento di economia e finanza “non ci sono tagli ne’ aumento di tasse”.

Le aspettative di un aumento delle tasse, sottolinea il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, “sono state disattese: questo lo dico – aggiunge – perche’ in queste settimane e mesi c’e’ stato un tam tam dei media su un aumento delle tasse, e questo e’ semplicemente falso e che l’impegno del governo e’ credibile lo dimostrano gli 80 euro”. Se la crescita, sottolinea Padoan, “sara’ migliore delle attese, le clausole saranno disinnescate automaticamente”.

Nel documento la crescita viene rivista in lieve rialzo: +0,7% nel 2015, +1,4% nel 2016 e +1,5% nel 2017. Il deficit/pil si dovrebbe attestare al 2,6% nel 2015, all’1,8% nel 2016 e all’1,7% nel 2017. Il quadro macroeconomico, spiega il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan illustrando le stime contenute nel Documento, “migliorera’ i risultati e se si consolida la fiducia dei cittadini, delle imprese, dei mercati e delle istituzioni allora le aspettative potrebbero essere sbagliate per difetto e i numeri piu’ positivi. Siamo stati prudenti”, aggiunge Padoan al termine del Cdm.

Il premier non manca di rispondere alle preoccupazioni dell’Anci e delle Regioni. “Prima di venerdi’ -sottolinea Renzi- incontriamo i comuni e se c’e’ bisogno anche le regioni, ma ribadisco: non ci sono tagli per il 2015. Punto. Che poi nel 2016, 2017 e 2018 la revisione della spesa debba continuare e’ un dato di fatto”.

Sui proventi della spending review nel Def “prudenzialmente scriviamo lo 0,6% del Pil, abbiamo convenuto cosi’ ma pensiamo ci sia un margine migliore”, rileva Renzi. “All’inizio, nei programmi del governo, avevamo detto che c’e’ uno spazio per tagliare 20mld di euro, 10mld sono circa lo 0,6. Se riusciremo a fare tutti questi tagli ci sara’ poi una discussione tra chi vuole ridurre le tasse e chi vuole mettere i soldi in qualcosa di diverso. Ma ci arriveremo”, aggiunge il premier.

Comuni e Regioni, infatti, non avevano nascosto le loro preoccupazioni per nuovi eventuali tagli. “La scure di tagli che rischia di abbattersi sui Comuni con il Def e’ inaccettabile”, aveva sottolineato, prima che iniziasse il Cdm, Pio Del Gaudio, componente del Comitato Direttivo dell’Anci nazionale e sindaco di Caserta sui possibili tagli contenuti nel Def. “In questi anni, insieme agli enti locali, noi Comuni abbiamo partecipato in maniera fondamentale al risanamento del bilancio dello Stato sopportando tagli che hanno minato gravemente la nostra sopravvivenza e che, dal 2011 ad oggi, superano i 25 miliardi di euro. Ma oggi il Governo ci chiede ulteriori sforzi che noi sindaci non possiamo piu’ sostenere”.

Anche il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, era stato piuttosto chiaro: “vediamo, non ho visto nessun testo. Posso solo dire che le Regioni non possono piu’ dare nulla”. Ancora non abbiamo trovato l’intesa sui tagli della precedente legge di stabilita’, ha spiegato Chiamparino facendo riferimento al lavoro per definire i criterio del riparto della sforbiciata alla sanita’, “sarebbe paradossale pensare a nuovi tagli”.

Anche il vicepresidente della Conferenza delle Regioni e governatore della Campania, Stefano Caldoro, aveva espresso le sue perplessista’: “con le Regioni siamo impegnati in prima linea con responsabilita’ e non e’ mai mancato il nostro contributo. Ma e’ evidente che su sanita’ e trasporti non si possono fare altri tagli e non si possono penalizzare i cittadini e il nostro compito e’ impedirlo”. Piu’ duro il presidente leghista del Veneto Luca Zaia: “e’ vergognoso pensare di risolvere i problemi continuando a tagliare, senza colpire i spendaccioni e chi spreca”.

Il documento corposo, con la strategia economica del governo per il prossimo triennio, che oggi e’ stato all’esame del Cdm contiene oltre 5 volumi, tra i quali l’allegato infrastrutture, la parte sulla revisione della spesa, il piano nazionale per le riforme. Entro il 30 del mese il Def andra’ trasmesso a Bruxelles, nel quadro del consueto monitoraggio sulle politiche di bilancio previsto dalle regole europee per tutti i paesi membri.


(Adnkronos)

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