Igina Di Napoli: il futuro di Sala Assoli e la Riforma del Fus (VIDEO)

Igina Di Napoli: il futuro di Sala Assoli e la Riforma del Fus (VIDEO).

Con la riforma del teatro da poco varata dal Governo cambierà radicalmente l’assetto dell’intero sistema: “È una riforma attesa da anni che rende più equi e meritocratici i criteri di assegnazione del
 Fus, incentiva la partecipazione giovanile, semplifica le
procedure, incoraggia la programmazione prevedendo la triennalità dei contributi e supera il vecchio sistema dei teatri stabili”. Questo, almeno, secondo il Ministro Franceschini. Ma è davvero così?

Siamo andati a parlarne con Igina Di Napoli, attualmente alla guida della Fondazione Salerno Contemporanea e di Sala Assoli, ma per trent’anni direttrice del Teatro Nuovo di Napoli, uno dei progetti culturali più rilevanti, in ambito di teatro d’innovazione, dell’intero panorama nazionale e la cui gestione, dal 2012, è passata al Teatro Pubblico Campano diretto da Alfredo Balsamo.

Per chi non conoscesse la storia del Teatro Nuovo, dal 1980 fino ad oggi s’intende, basterà ricordare che in quel luogo sono sbocciati alcuni tra gli artisti più significativi della scena contemporanea. Solo per fare qualche nome: da Antonio Neiwiller a Annibale Ruccello, da Enzo Moscato a Mario Martone a Carlo Cecchi e Toni Servillo, fino a Antonio Latella, Arturo Cirillo, Pierpaolo Sepe…

Ma, tornando alla Riforma, abbiamo chiesto a Igina Di Napoli: cosa accadrà adesso ai Teatri d’Innovazione che, stando alla legge, spariscono dalla geografia teatrale italiana? E in particolare, cosa succederà alla Sala Assoli, dato che, ad oggi, non è stato ancora annunciato un programma per la nuova stagione? La Di Napoli, nel corso di una lunga conversazione di cui vi proponiamo un’ampia sintesi, ci ha spiegato, a parer suo, tutti i punti critici del nuovo decreto e ci ha svelato, in anteprima, il progetto che ha in mente per Sala Assoli: “Per adesso ospitiamo alcune rassegne dedicate ai giovani artisti, dopodiché stiamo definendo un nuovo progetto, all’altezza della storia del nostro teatro, che però prescinde dai finanziamenti pubblici e sarà sostenuto da un’attività commerciale che affiancherà quella teatrale”.

In sostanza, questo possiamo dirlo con una certa sicurezza, Sala Assoli non chiude, come molti iniziavano a paventare, ma inizia un processo di trasformazione che si compirà in modo definitivo il prossimo anno e che vedrà quindi una non specificata attività commerciale, “Non posso ancora dirvi con precisione cosa sarà, – prosegue la Di Napoli – un po’ perché ci stiamo ancora ragionando, un po’ perché altrimenti bruciamo il progetto”, affiancata a una programmazione teatrale “che sarà davvero ‘nouvelles frontières’, quello che ho in mente è qualcosa di radicalmente nuovo”.

Ma al di là degli aspetti legati alla nuova riforma, e al futuro della storica sala napoletana, la conversazione con la Di Napoli offre interessanti momenti di riflessione quando, ad esempio, ricorda che “A Napoli negli anni ’80 non c’era niente, ma proprio niente! Erano rimasti attivi solo due teatri, San Carlo e San Carluccio, e noi avemmo il coraggio di scommettere andando ad aprire una sala nel quartiere che allora era il più chiuso e isolato della città. Inoltre, non dimentichiamo che Napoli, che è la città italiana del teatro, è stata l’ultima ad avere un Teatro Stabile. Oggi che siamo tutti alle prese con una crisi che sta stritolando il teatro e non solo, dovremmo confrontarci con quella storia, soprattutto i giovani dovrebbero farlo, e cercare insieme nuovi modi e nuove forme per uscire dal pantano. Noi ci stiamo provando. Non so se ci riusciremo, ma accettiamo la sfida”.

Clicca qui per il video: http://www.fanpage.it/igina-di-napoli-il-futuro-di-sala-assoli-e-la-riforma-del-fus-video/

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