Margherita Hack a tutto campo al Pride Village

Margherita Hack intervistata da Omar Monestier (foto Alessandro Leorin)Bella performance quella di Margherita Hack ieri sera nuovamente a Padova, dove ormai è di casa. Ospite al “Pride Village”, si è lasciata incalzare dalle domande di Omar Monastier, direttore del quotidiano “Il Mattino di Padova” e interlocutore ufficiale della serata, senza sottrarsi a quelle del pubblico, quanto mai variegate. Così da poter spaziare con le sue argomentazioni – e molto più spesso opinioni – a trecentosessanta gradi, su ampi campi dell’attualità.

A partire dai tagli alla ricerca: «Ma in certe materie la nostra ricerca universitaria fortunatamente è ancora molto buona – ha spiegato – Ho in mente l’ambito della fisica, dove siamo al pari degli Stati Uniti e di stati europei d’avanguardia. I nostri ricercatori hanno diritto di utilizzare i laboratori europei, così da poter proseguire nei loro studi. Certo, in Italia si va indietro: il nostro stato pare voler condannare i giovani al precariato a tempo indeterminato e, in tal modo, o hanno una famiglia alle spalle che li possa mantenere o se ne vanno. Arriviamo dunque al punto di spendere per formare i ragazzi e poi regalarli all’estero». Ma anche l’industria investe pochissimo sulla ricerca, ha sottolineato la scienziata: preferisce comprare brevetti altrove che puntare sui talenti nostrani.

Molte le domande sul nucleare e sull’energia alternativa. «Penso che le energie rinnovabili – ha notato Hack – siano sicuramente da incrementare, ma temo non saranno sufficienti per il nostro futuro bisogno di energia. Nei prossimi tempi ci sarà necessità del nucleare. Io ho votato ai quattro referendum del 12 giugno, perché comunque credo che questa classe politica, che non sa gestire le immondizie a Napoli, che non riesce a provvedere alla tragedia dell’Aquila, non sarà in grado di pensare a delle centrali nucleari… Mentre i cervelli migliori espatriano. Ricordiamo che Carlo Rubbia, il maggior esperto in materia, è andato a lavorare in Spagna».

Non sono certo bei tempi, ha richiamato più volte la Margherita nazionale agli astanti. La professoressa, classe 1922, con un brivido ha pubblicamente dichiarato la disumanità di un paese, con una forte tradizione di emigrazione alle spalle, che considera reato la clandestinità. Che distrugge il paesaggio e non cerca di ragionare sulle questioni, specie con la gente del posto (il riferimento era relativo alla questione no-Tav, nda), ma in generale pensa al prestigio. Per arrivare persino ad ammettere che la vecchia democrazia cristiana era più laica dell’attuale maggioranza, considerate le posizioni di quest’ultima su temi quali le coppie di fatto, il testamento biologico, i diritti degli omosessuali, la legge 40 sulle cellule staminali… Su cui neppure l’opposizione, peraltro, fa bella figura. E allora: quale “altra parte” augurarsi? «Quale opposizione? – ha concluso Hack – Forse dovrebbero stare tutti insieme, da Vendola a Di Pietro, da un estremo all’altro. Quando la nave affonda, occorre stare uniti». E lo dice con una risata, libera. «Sono in pensione da tredici anni – dice congedandosi – E finalmente faccio ciò che ho sempre desiderato».

Cinzia Agostini

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