Linee guida per le rinnovabili

Ettari fotovoltaici al posto dei vigneti? centrali a olio di palma importato dall'asia? biogas fatto con il mais industriale? Legambiente scrive all'Assessore Regionale su questi temi che interessano Padova e tutto il Veneto ed esprime le sue perplessità. Anche in risposta ad alcune interessate polemiche che girano in rete…

Pubblichiamo la lettera di Legambiente all'Assessore Regionale Conte sul tema della “promozione delle rinnovabili nel territorio veneto", che delinea la posizione dell'associazione su questi temi di attualità.

 

Gent. Ass.re Conte
Nelle scorse settimane Legambiente ha inviato alla Sua amministrazione alcuni suggerimenti per la redazione delle linee guida sull'insediamento delle infrastrutture relative alle energie rinnovabili.
La nostra associazione, che è nata 30 anni fa proprio per cambiare il sistema energetico del nostro paese come chiave di uno sviluppo diverso e sostenibile, promuove con forza la necessità di uno sforzo in questo campo che agevoli al massimo lo sviluppo, anche economico, di questo comparto; tuttavia le molte polemiche che ultimamente hanno caratterizzato l'ubicazione di impianti rinnovabili e la presenza nel mercato di molti capitali di speculazione ci spingono a chiedere regole certe per evitare esempi negativi che possano ledere l'immagine delle energie rinnovabili nel nostro paese e nella nostra regione.
Le citiamo, tra i tanti, un paio di esempi di cattiva gestione delle risorse pubbliche e di incanalamento di fondi pubblici verso impianti non così meritevoli di finanziamento: il primo è la centrale elettrica ad olio vegetale di Conselve (Pd), costruita da COSECON e finanziata anche con fondi regionali, ora ferma perchè legata alla pura speculazione sul costo dell'olio di palma e fuori scala per poter accedere a contratti di filiera seri con gli agricoltori locali; la seconda è il progetto fotovoltaico in corso di realizzazione nel comune di Este, che prevede l'installazione di 6 MW e l'occupazione di 32 ettari di terreno a poche centinaia di metri dai primi contrafforti del parco Regionale dei Colli Euganei: chi si affaccerà a vedere la pianura da quei colli vedrà per ventanni almeno un paesaggio davvero molto diverso.
Sono solo due dei molti esempi di energie rinnovabili “fatte male” che andrebbero prevenute e, se possibile, evitate.
Al di là delle indicazioni generali contenute nel documento allegato, le segnaliamo tre elementi critici fondamentali per la nostra regione:
le deiezioni avicole
la maidicoltura e dell'impiego del mais per energia
il fotovoltaico in aree agricole

Nella nostra regione esiste un problema legato alle deiezioni avicole, in particolare nella zona sud delle provincie di VR,VI e PD, situazione a Lei senz'altro nota per il tema degli odori, delle zoonosi persistenti e dell'interferenza con la presenza di nitrati delle falde.
Tale problema è generato dall'ipertrofia degli allevamenti, nati e pensati in un'epoca diversa, in cui si produceva tanto a poco, senza badare troppo alla qualità anche ambientale del prodotto. Quegli allevamenti, che faticano a competere sul prezzo con gli allevamenti brasiliani e tailandesi, li si
vorrebbe salvare e trasformare in “galline” queste sì, dalle uova d'oro, bruciando la pollina ed evitando così di ristrutturare il comparto verso numeri più piccoli ed una produzione di qualità. Si arriverebbe, facendo qualche facile calcolo, al paradosso per cui sarebbe più redditizio bruciare la pollina degli animali che venderne la carne.
Bruciare la pollina è un controsenso ambientale tra i più evidenti: in un'area pesantemente in via di desertificazione e impoverimento, bruciare dell'ottimo fertilizzante grida vendetta. Inoltre la produzione di polveri sottili da tale combustione sarebbe ingente e pericolosa, senza contare che il residuo di processo sarebbe un rifiuto.
Riteniamo che tali pratiche vadano in ogni modo scoraggiate dalla regione. Esistono, peraltro, tecnologie che consentono la trasformazione della pollina in biogas (NON in singas) e l'impiego del sottoprodotto rimanente come ottimo ammendante e concime naturale. Ferma restando la necessità di ridimensionare il carico avicolo sul territorio, avremmo con queste tecnologie un molteplice risultato: quello di produrre energia pulita, risolvere un problema di rifiuto, abbattere il carico di nitrati in falda e sostituire con azoto naturale l'azoto chimico oggi impiegato.
A questo problema si aggiunge l'annoso problema della maidicoltura. L'eccesso di produzione di mais per zootecnia, quasi una monocoltura in molte aree della nostra regione, in coincidenza con la fine prossima dei sussidi della PAC, crea i presupposti per un abbandono massiccio delle campagne da parte degli agricoltori, mediamente anziani, o per la proposta da parte di improvvisati procacciatori d'affari di soluzioni “facili” e “veloci” come la produzione di biogas da mais o la combustione dello stesso mais in caldaie per biomasse.
Siamo dell'opinione che tali impianti vadano scoraggiati perché spesso l'energia impiegata sotto forma di carburanti, fertilizzanti e diserbanti per la produzione e il trasporto del mais è quasi uguale a quella ottenuta dalla resa energetica del della pianta nei suddetti impianti. Detto in altri termini, in quei casi il gioco non vale la candela, ed è opportuno che i soldi pubblici vadano indirizzati verso altri impianti, che hanno un bilancio energetico molto migliore.
Per ultimo, ma non meno importante, le chiediamo che la regione ponga un limite dimensionale alle installazioni in area agricola (tale limite, secondo Legambiente, dovrebbe essere 1 MW) e che comunque consenta la realizzazione degli impianti superiori a 200kWp solo se non coprono una superficie superiore al 10% della SAU aziendale.
In allegato potrà trovare copia delle nostre osservazioni. Rimaniamo a Sua disposizione per ogni confronto e ci auguriamo che la regione voglia intervenire entro i termini di legge per evitare che diventino vigenti, ope legis, le normative nazionali a partire dal gennaio 2011.
Cordiali Saluti

Clicca qui per leggere il documento di Legambiente Nazionale

Davide Sabbadin – Responsabile Energia Legambiente Veneto

(tratto da Ecopolis, newsletter socio-ambientale di Legambiente Padova)

 

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