L’economia circolare a bordo del Treno Verde: le eccellenze del Veneto

Il fulcro dell’edizione 2017 del Treno Verde – tutte le info nel sito – il convoglio di Legambiente e delle Ferrovie dello Stato Italiane, è l’economia circolare: un nuovo modello produttivo che punta alla riduzione e al riutilizzo dei rifiuti che, trasformati in prodotti o in energia, vengono reintrodotti nel mercato come risorsa.

Un nuovo modello economico che è argomento di grande attualità, considerato che al Parlamento Europeo è in corso di approvazione la normativa che regolerà la gestione dei materiali di scarto e dei processi produttivi nelle imprese per i prossimi decenni (ne abbiamo parlato qui).

Grazie alla riprogettazione dei prodotti in una prospettiva di riuso e di riciclaggio, si può fare a meno dello smaltimento in discarica e si ha inoltre la possibilità di limitare la dipendenza dalle importazioni di materie prime, con ripercussioni positive su ambiente, salute dei cittadini ed economia.

In Italia, numerose aziende, consorzi e cooperative sociali hanno già scommesso sull’economia circolare: le loro esperienze trovano spazio all’interno del Treno verde. Alla luce dei risultati già raggiunti nel nostro Paese, chiediamo alle istituzioni europee un quadro di norme molto ambizioso su questo tema fondamentale per il nostro futuro. Per aiutarci a far sentire la nostra voce a Bruxelles, potete sottoscrivere qui la petizione.

Tra le eccellenze italiane dell’economia circolare ve ne sono molte attive in Veneto, come le undici realtà selezionate e premiate lo scorso mese di marzo (come riportato qui). Luigi Lazzaro, Presidente di Legambiente Veneto, osserva che questa economia, pur ricca di innovazione green, necessita ancora di alcune spinte, anche legislative,, per riuscire a chiudere il cerchio. Una per tutte, la definizione dei criteri di End of Waste per alcune tipologie di rifiuto recuperato, in modo da chiarire il limite per cui da rifiuto si passa a materia prima secondaria”.

A Vicenza, un importante riconoscimento è stato assegnato a società e aziende venete a capitale prevalentemente o interamente pubblico, come Contarina, Savno e Sesa. Tali realtà si occupano della gestione integrata dei rifiuti solidi urbani: anche grazie a loro nel 2015 il Veneto ha raggiunto il 66,5% di raccolta differenziata, mentre la produzione pro capite di rifiuti è diminuita del 2%. Ciò comporta vantaggi economici per i Comuni, come dimostrano i dati del Conai. In provincia di Vicenza, ad esempio, nel 2015 sono state raccolte 57.785 tonnellate di rifiuti di imballaggio che hanno permesso ai comuni vicentini di beneficiare, nello stesso anno, di 7,6 milioni di euro di corrispettivi.

Sono state premiate, inoltre, aziende operanti in ambito industriale e che ricavano composti chimici, prodotti o energia a partire dai rifiuti o da terreni contaminati, come Mater-Biotech, Novamont, Bioman e In.T.Ec. Anche realtà come Alisea e Favini, che realizzano oggetti e linee di design utilizzando scarti di produzione o materie prime del tutto naturali, hanno avuto un analogo riconoscimento.

Infine, il premio è stato consegnato anche alle cooperative sociali Insieme, ReFuture e Progetto Quid, che danno vita a progetti in cui il riuso e il riciclaggio di componentistica o di parti di biciclette, il restauro di mobili o la creazione di capi di abbigliamento di alta moda – confezionati con preziosi materiali di recupero – diventano occasioni per il reinserimento sociale e lavorativo di persone in difficoltà.

Questi Campioni dell’economia circolare contribuiscono a fare dell’Italia e del Veneto la culla del nuovo modello economico, nel segno dell’innovazione, della creatività e della bellezza.

Legambiente nazionale

sintesi a cura di Silvia Rampazzo, redazione di ecopolis

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