VARIANTE URBANISTICA <br>Nessun limite al consumo di suolo ed incentivi per nuove lottizzazioni

Il termine per la presentazione delle osservazioni alla Variante al Piano degli Interventi (P.I.), per l’adeguamento alle norme del Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.), (quello che un tempo veniva definito come PRG) scade il prossimo 3 febbraio.

L’obiettivo del contenimento del consumo di suolo era – dichiara Sergio Lironi, Presidente onorario Legambiente Padova – uno degli obiettivi strategici e più qualificanti del programma elettorale dell’attuale Sindaco, che aveva giustamente criticato le previsioni del PAT vigente, vistosamente sovradimensionato rispetto al fabbisogno reale. Infatti prevedeva nuove edificazioni per un totale di quasi 4,7 milioni di mc di edilizia residenziale. Oltre ai 2,6 milioni di mc già individuati dal PRG vigente, veniva data la possibilità di aggiungerne altri 2 milioni di mc, da localizzare con apposite Varianti al Piano degli Interventi. Il tutto giustificato dalla previsione di un incremento di popolazione nel decennio di circa 24.185 abitanti.

In realtà, esaminando le statistiche fornite dal Settore Programmazione del Comune, si scopre che dal dicembre 2009 al dicembre 2015, in sei anni, la popolazione anziché aumentare è diminuita di 2.364 unità (da 212.989 a 210.625 abitanti). Un’Amministrazione illuminata, preso atto della nuova realtà, anziché consentire l’edificazione di nuove volumetrie nei residui spazi verdi presenti in ambito urbano e periurbano, dovrebbe in primo luogo promuovere l’utilizzo del patrimonio esistente, favorendone nel contempo la ristrutturazione e riqualificazione dal punto di vista ambientale, energetico e statico.

In direzione del tutto opposta va invece la Variante al P.I. adottata. Questa non solo non rimette in discussione le previsioni del PRG/PI vigente (i 2,6 milioni di mc, con un consumo di suolo di oltre 5 milioni di mq) ma, localizzando ulteriori 75.522 mc di edilizia residenziale, avvia l’utilizzazione di “quei 2 milioni di mc aggiunti teorici del PAT”, che fino ad oggi non erano ancora stati calati sul territorio, e che adesso diventano una realtà. I primi di una lunga serie?

Le nuove norme introdotte P.I. con riferimento in particolare alle cosiddette zone di “perequazione urbanistica”, appaiono finalizzate ad eliminare ogni vincolo in precedenza previsto per assicurare l’interesse pubblico e l’unitarietà degli interventi, incentivando l’edificazione da parte dei privati di aree spesso essenziali per la formazione di un sistema del verde e di una rete ecologica estesi a scala urbana (tra i quali i “cunei verdi” dell’originario Piano Regolatore di Luigi Piccinato).

Con la Variante attuale il cerchio sembra chiudersi: rese edificabili parte delle aree un tempo destinate a verde pubblico, le aree cedute in compensazione al Comune per la formazione di un organico sistema del verde divengono oggi a loro volta urbanizzabili ed edificabili per servizi di altra natura e per consentire “l’atterraggio” dei crediti edilizi concessi ai privati.

Infine speravamo – conclude Lironi – che l’adozione della Variante al Piano degli Interventi costituisse un’occasione concreta – attraverso la definizione di specifiche normative – per avviare la formazione del progetto di Parco Agro-paesaggistico. Ad oggi non c’è nulla e prendiamo atto che ancora una volta il territorio rurale è considerato semplicemente come una riserva per future espansioni urbane.

(Legambiente Padova)