Proteste al Bo’. Anche a Padova, come a Roma, gli studenti scendono di nuovo in piazza

Un momento della manifestazione degli studenti (Alessandra Franceschi)Un nuovo corteo di protesta si è snodato per le vie del centro di Padova il 14 ottobre. Una manifestazione che ha detta dei partecipanti non ha un “colore” politico ben definito, ma tutti i colori della politica. Una libera protesta contro una politica nazionale “inetta” nei confronti della crisi, contro un governo che, da qualunque schieramento politico lo si guardi, non affronta con decisione ed efficacia uno dei momenti più difficili della vita del Paese.

La manifestazione è nata in modo spontaneo, quasi un tam tam all’interno dell’università. Un tentativo dal basso di non far passare il Ddl del Ministro Gelmini, perché se ciò avvenisse, entrerebbero nel mondo accademico i privati con i loro fondi, di certo preziosi, ma anche pericolosi per il futuro stesso della ricerca in ambito universitario, perché le necessità peculiari delle diverse aziende potrebbero condizionare la direzione della ricerca. Il timore è che l’università diventi un bacino di risorse umane e di menti in cui le imprese private potrebbero sguazzare a piacere perseguendo i propri interessi. La protesta era rivolta anche ai vertici del mondo accademico i quali, invece, vedrebbero di buon occhio l’ingresso dei fondi privati all’interno delle mura del Bo’.

Sempre a detta dei partecipanti al corteo, il fatto che in Prefettura fosse presente il Ministro Maroni è stata una semplice casualità, il tutto era già stato organizzato anche prima di sapere dell’arrivo del Ministro. La protesta rientrava all’interno di una mobilitazione a livello nazionale con il proprio centro nella manifestazione romana di fronte a Montecitorio.

Alessandra Franceschi
 

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