Un eccellente violinista, che non ha lesinato performances da dj dei tempi moderni oltre agli assoli di elevata qualità.
La voce di Isabella Ferrari, sul palco a leggere editoriali tra i più famosi ed incisivi di Indro Montanelli (in conclusione, l’intero spettacolo è un omaggi a lui e a un antico modo di fare giornalismo, d’alta e altra scuola, quando i maestri erano proprio tali).
E infine Marco Travaglio, con l’umorismo e i soliti colpi di fioretto che non risparmiano nessuno: partiti, cariche, personaggi del presente e del passato, media, editori, giornalisti avvinghiati al potere del momento. E su tutti lui, Berlusconi, immancabile, poco nominato, basta un gesto (la mano in basso a indicare la statura) per evocarlo, insieme alla sua schiera di amici: Ferrara, Feltri, Sgarbi, Sallusti, Belpietro e Minzolini, l’ “Augusto” per eccellenza.
Sono gli unici tre ingredienti dello spettacolo “Anestesia totale”, portato in scena venerdì sera a Padova in anteprima (quasi un omaggio a una città cui l’ex premier deve gli avvocati, “genius loci” secondo la definizione di Travaglio). Tre ore in un unico atto, che non conosce noia né cedimenti. Con l’obiettivo ben chiaro di invitare il pubblico a destarsi: «Perché – è la battuta finale – per far avverare il sogno, è necessario svegliarsi».
Cinzia Agostini
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