Mango in concerto alla scoperta dei luoghi dell’anima.

 

altIl 24 novembre il cantante Lucano ha fatto tappa nella città del Santo con il suoLa terra degli aquiloni tour”. Quello di Mango è stato uno spettacolo poco scontato, diverso dai molti che affollano questa stagione autunnale, un concerto dove è stato dato e lasciato molto spazio anche alle parole “pronunciate”, non solo a quelle cantate. Mango fin da subito ha interagito con il suo pubblico manifestando la propria dichiarazione d’intenti. La volontà, lo scopo che sta dietro a questo, come a tutti i suoi concerti, è il desiderio di tendere un filo ideale che unisca palco e platea, di abbattere le distanze strutturali, ma anche emotive che possono esistere tra chi è su un palco e chi, invece, è più giù, lontano. Il significato più importante di ogni esibizione musicale è quello di unire gli spiriti di tutti, artisti e pubblico, di diventare un tutt’uno per vivere emozioni insieme.

“La terra degli aquiloni è dentro di noi, e tutti abbiamo voglia di cercarla”, così Mango spiega, conducendo per mano lo spettatore alla scoperta delle canzoni che popolano la scaletta del concerto, in cui sono compresi vecchi successi “Mediterraneo” e “Come l’acqua”, brani più recenti e avuti in prestito da grandi autori, come “La stagione dell’amore” scritta da Franco Battiato, e brani dal suo ultimo cd di inediti come “Riufgio”, pezzo a cui Mango è molto legato perché parla di quel posticino che ogni persona ha dentro il cuore di qualcuno.

Mango accompagnato sul palco dai suoi impagabili collaboratori, Rocco Petruzzi e Carlo De Bei, ha saputo e voluto creare un’atmosfera offuscata, da brughiera inglese, di rarefatta meditazione sulla vita, sull’amore e su se stessi. Ciò grazie non solo alla discrezione delle luci e al minimalismo delle scenografie, ma anche e soprattutto grazie al continuo scandire il significato di ogni brano con commenti personali tra un’esecuzione e l’altra, mantenendo vivo l’aspetto umano e relazionale con il pubblico, visto non solo come una massa indistinta di esseri applaudenti, ma come degli amici con cui parlare dei grandi temi dell’esistenza.

  Alessandra Franceschi.

 

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