Settimo convegno internazionale dell’Aisg, tre giorni di confronto su novità e prospettive della cura del glaucoma

L’evento dell’Associazione italiana per lo studio del glaucoma ha riunito a Milano dal 14 al 16 marzo i maggiori esperti sul tema

Milano, 19 marzo 2024.Decine di esperti e ricercatori si sono ritrovati a Milano, all’auditorium Testori, per il settimo Congresso internazionale dell’Associazione italiana per lo studio del glaucoma (Aisg), che si è svolto dal 14 al 16 marzo, in occasione della settimana mondiale dedicata alla malattia del nervo ottico. La tre giorni organizzata dall’Aisg – società fondata nel 1984, che oggi conta 65 soci ordinari e 53 soci che desiderano diventarlo – è stata l’occasione per affrontare tutti gli aspetti legati alla ricerca, alla diagnostica e alla cura della patologia, che colpisce almeno 800 mila italiani.

“Il glaucoma è una malattia asintomatica, solo nella fase avanzata i pazienti la percepiscono come un elemento che influenza la loro vita quotidiana” spiega il professor Stefano Miglior, ordinario di Malattie dell’apparato visivo all’Università Bicocca di Milano e presidente di Aisg, sottolineando come la patologia colpisca “circa il due per cento degli italiani al di sopra dei 40 anni, con numeri crescenti al salire dell’età e frequenza molto alta tra le persone di più di 70 anni”.

Nello specifico, si tratta di una patologia che colpisce il nervo ottico, provocando una progressiva compromissione del campo visivo. Da qui la necessità di puntare sulla prevenzione, sottoponendosi a visite oculistiche periodiche. “Durante la visita si misura la pressione oculare e si valuta la papilla ottica, la parte dell’occhio che prima si deteriora quando c’è il glaucoma, in modo da capire se si è malati – aggiunge il professor Luca Rossetti, ordinario di Oculistica all’Università Statale di Milano e direttore della clinica oculistica dell’Asst Santi Paolo e Carlo – Dati epidemiologici ci dicono che la metà dei malati di glaucoma, non sa di esserlo. È quindi fondamentale lavorare per individuare queste persone, trattarle subito e seguirle nel tempo per evitare che diventino cieche”.

L’elemento fondamentale da considerare, anche se non l’unico, è la pressione oculare, che nella maggior parte dei casi sale in presenza di glaucoma. Il congresso è stato l’occasione per fare il punto sulle novità e le prospettive della conoscenza e della cura di una malattia sempre più presente nel nostro Paese, da quelle relative alla chirurgia, da utilizzare anche in chiave mininvasiva, a quelle legate alla ricerca. “L’obiettivo è sviluppare strumenti utili a prevenire i danni provocato dalla malattia: una volta scoperti i meccanismi alla base della malattia, sarà più facile andare a sviluppare molecole e farmaci per agire direttamente su ciò che non va a livello cellulare” aggiunge il dottor Francesco Oddone, responsabile dell’Unità operativa sul glaucoma dell’Irccs Fondazione Bietti dell’Ospedale britannico di Roma, sottolineando anche il contributo che può arrivare dall’intelligenza artificiale: “Può avere applicazioni sia nell’ambito della ricerca di base, per la gestione e l’interpretazione della miriade di dati raccolti, sia nell’applicazione clinica”.

https://www.aisgglaucoma.org/index.htm