CRV – ELISAN e giornata di lavori dedicata a cambiamento climatico e famiglie, Presidente Ciambetti: “Venezia città laboratorio”

15 marzo 2024

(Arv) Venezia 15 mar. 2024 – Dopo la prima giornata svoltasi ieri, sono proseguiti oggi a Palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale del Veneto, i lavori della due giorni organizzata in occasione delle celebrazioni per il 30° anniversario dell’Anno Internazionale della Famiglia dalla Federazione Internazionale per lo Sviluppo Familiare, in collaborazione con il Consiglio Regionale e la Rete Europea di Inclusione Locale e Azione Sociale ELISAN. Focus della seconda giornata, l’incontro dedicato a “Il cambiamento climatico e il suo impatto sulle famiglie e il loro benessere”, che ha visto in apertura il saluto del Presidente del Consiglio Regionale del Veneto Roberto Ciambetti, cui sono seguiti gli interventi di Renata Kaczmarska, Dipartimento Affari economici e sociali (UN DESA), Ignacio Socias, Direttore Relazioni Internazionali della Federazione internazionale per lo sviluppo della Famiglia (IFFD) e Susana Camarero Benítez, Vicepresidente del Governo Valenciano e Ministro Regionale ai Servizi Sociali le Pari Opportunità e le politiche abitative.

Venezia è un laboratorio perfetto se vogliamo parlare dell’obiettivo 11 dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite, ‘Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili’, collegandolo ai mutamenti climatici e alle sfide ambientali che abbiamo dinnanzi considerando anche il ruolo che può e deve essere svolto dalla famiglia. Secondo il calcolo degli esperti, nello scenario climatico più favorevole, entro il 2100 l’aumento del livello medio del mare a Venezia potrebbe raggiungere i 45 cm: nello scenario più pessimistico potrà salire fino a 85 cm in più. Un problema ulteriore è quello dell’erosione costiera: anche l’Europa è destinata a perdere fino a più di 15mila chilometri di litorali. Ne saranno particolarmente colpiti Regno Unito, Francia, Grecia, Spagna. L’Italia perderà 1.030 chilometri di coste, cioè il 29,73% delle spiagge. Lo scenario è potenzialmente pericolosissimo: occorre mettere in rete tutte le esperienze, fare incontrare politica e scienza, agevolare lo scambio di informazioni ed esperienze nella pianificazione urbanistica e tra amministratori locali”, ha affermato il Presidente Ciambetti. “Cosa può fare la famiglia in questo contesto di difesa ambientale? Il passato di Venezia ci viene in soccorso: nella storia della Repubblica non ci sono mai state sollevazioni popolari e rivolte contro lo stato veneziano, che rispetto agli altri stati europei garantiva a tutti livelli di giustizia e forme di assistenza sociale assicurate attraverso il sistema di associazioni composte da professionisti, artigiani, imprenditori, le ‘Scuole’, che aiutavano gli strati più deboli della popolazione. Importantissimo, poi, il sistema sanitario pubblico che scattava in presenza di epidemie e pestilenze, con il trasferimento nei Lazzareti degli ammalati e di quanti dovevano sostenere periodi di quarantena perché provenienti da zone infette. C’era a Venezia la convinzione di essere tutti sulla stessa barca, per cui il bene comune era indispensabile per la sopravvivenza dell’intera comunità. Il male, in altre parole, non conosce i confini di censo, ricchezza, stato civile, etnia, fede religiosa: bisognava vivere in pace, perché con la pace tutto è possibile. E la famiglia può essere protagonista nella lotta agli sprechi, a iniziare dallo spreco alimentare e delle acque, nel sostenere l’economia circolare, puntando al riuso, recupero e restauro. La storia di questa città è un esempio chiaro. Venezia in origine era il posto peggiore per scegliere di vivere: non c’era acqua potabile, bisognava costruire cisterne, per costruire case sicure occorreva inventare un sistema di palafitte e muri leggeri per evitare di sprofondare, bisognava inventare un sistema di approvvigionamento di viveri e derrate alimentari e per questo fu fatta nascere nella terraferma quella civiltà delle ville che caratterizza ancora oggi il Veneto e alla quale l’Unesco dette il più alto riconoscimento inserendo tra i Beni Materiali dell’Umanità le ville di Andrea Palladio. Venezia quindi è il miglior laboratorio se vogliamo affrontare il tema dei mutamenti climatici e la difesa del tessuto sociale. Qui, nella storia, questa sfida fu vinta dando origine e vita ad un gioiello unico, un capolavoro d’arte e cultura”, ha concluso il Presidente Ciambetti.

(Regione Veneto)