Carmela Di Blasio – Genitori nell’era di Internet. Ecco cosa fare per evitarne la dipendenza

Roma, 15 marzo 2024. Carmela Di Blasio è una psicoterapeuta e naturopata che si occupa anche di effetti da dipendenza da Internet. Si tratta di un fenomeno in continua evoluzione che, secondo recenti dati, coinvolge, in Italia, 700mila adolescenti: “La fascia più a rischio va dai 13 ai 20 anni ed è in diminuzione -spiega la Di Blasio che sul tema ha scritto un libro dal titolo Genitori nell’era digitale.

Mi occupo di questi temi da alcuni anni e ho maturato una competenza che intendo spendere per aiutare le mamme e i papà che hanno un ruolo decisivo nella tutela dei propri figli. La realtà è preoccupante ma la cosa più sbagliata da fare è etichettare o colpevolizzare. Sarebbe un errore madornale che, di certo, non aiuterebbe nella risoluzione del problema”.

Comprendere le cause è invece la strada più corretta da seguire: “Il mio lavoro -continua la Di Blasio- è far capire che Internet è una risorsa importante ma che, nello stesso tempo, non va usata oltre misura. Anche perché spesso ci si imbatte in contenuti che non sono gestibili, comprensibili e adatti a quell’età. In tal senso, il ruolo dei genitori è fondamentale per garantire un utilizzo oculato. Prima regola, porre dei limiti, una sorta di parental control, per evitare la visione di immagini che potrebbero creare disturbi in età adolescenziale. Ma non basta. Le mamma e i papà, nonostante i ritmi frenetici dell’età moderna, devono ricavarsi degli spazi da dedicare ai propri figli per riempire quei vuoti spesso occupati dai rapporti virtuali. Una passeggiata, un film da vedere insieme, un libro da condividere sono soluzioni semplici ed efficaci per ottenere quel risultato così determinante”.

La riscoperta dunque di cose belle e semplici come risposta alla devianza da Internet: “I nostri figli – afferma la Di Blasio- hanno bisogno di comprendere che i rapporti a distanza non possono sostituire quelli vis a vis, ma occorre dare un maggior valore alle relazioni vere, quelle con cui abbiamo a che fare di persona. Non è solo una questione sociale, ma anche terapeutica. Vivere protetti da un video, non permette quell’impatto emotivo con cui invece bisogna fare i conti quando ci si incontra, si dialoga da vicino, si incrociano gli occhi, si discute sui temi più disparati. Per dirla in altri termini, vivere con i filtri dei social rischia di aumentare le difficoltà relazioni e i deficit emotivi che sono l’anticamera dell’isolamento che, secondo dati recenti, coinvolge l’1 % degli adolescenti. Ecco, su questo i genitori devono alzare le antenne e correre ai ripari. Se non ora, quando?”.

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