Copyright e intelligenza artificiale: OpenAI vince caso chiave in California

Il giudice ha stabilito che gli scrittori che hanno intentato la causa, tra cui la comica Sarah Silverman e il romanziere Paul Tremblay, non hanno fornito prove sufficienti per dimostrare che OpenAI abbia utilizzato le loro opere per addestrare ChatGPT

Un giudice federale della California ha rigettato la maggior parte delle accuse di violazione del diritto d’autore in una causa legale intentata da un gruppo di autori contro OpenAI, la società che ha creato l’intelligenza artificiale ChatGPT. La giudice distrettuale degli Stati Uniti, Araceli Martínez-Olguín, ha stabilito che gli scrittori che hanno intentato la causa, tra cui la comica Sarah Silverman e il romanziere Paul Tremblay, non hanno fornito prove sufficienti per dimostrare che OpenAI abbia utilizzato le loro opere per addestrare il modello linguistico alla base del popolare chatbot di intelligenza artificiale ChatGPT.

La sentenza segue decisioni simili prese da altri giudici federali, i quali hanno determinato che l’output di ChatGPT non è abbastanza simile alle opere degli autori da violare direttamente i loro diritti d’autore. Tuttavia, la giudice Martínez-Olguín ha concesso agli autori il permesso di continuare a perseguire eventuali reclami secondo cui OpenAI avrebbe violato la legge sul diritto d’autore utilizzando i libri degli autori senza il loro permesso. Ora hanno l’opzione di presentare un ricorso entro il 13 marzo.

Cause simili sono state intentate contro Google e Meta da altri gruppi di scrittori, artisti ed editori musicali, che sostengono che le compagnie tecnologiche abbiano fatto un uso improprio di opere coperte da diritto d’autore per addestrare i loro sistemi di intelligenza artificiale. La Camera e il Senato degli Stati Uniti stanno considerando una legislazione che potrebbe stabilire le regole per l’intelligenza artificiale generativa e la proprietà intellettuale. Ma mentre la legge cerca di stare al passo con la tecnologia, l’intersezione tra intelligenza artificiale e proprietà intellettuale diventerà solo più controversa.