Tumori, 1 morto su 4 in Italia è legato a bassa istruzione

(Adnkronos) –
In Italia circa un quarto delle morti per cancro è riconducibile a bassi livelli di istruzione. Quasi 30mila (29.727) decessi legati al tumore nel 2019, fra 30 e 84 anni, sono infatti correlabili alla scarsa scolarità (22.271 morti negli uomini e 7.456 nelle donne), come evidenziato in uno studio pubblicato sul ‘Journal of Public Health’. 

Tra i fattori socioeconomici in grado di influire sulla mortalità da cancro rientra pertanto il livello del ciclo di studi, che spesso condiziona anche la successiva capacità di reddito. Una diagnosi di cancro, inoltre, può causare ulteriori difficoltà economiche nei pazienti: è la cosiddetta ‘tossicità finanziaria’, che colpisce il 26% dei malati oncologici ed è legata a diversi fattori, tra cui i costi per recarsi nei luoghi di cura. 

Basti pensare che, nel 2022, in Italia quasi 28mila pazienti oncologici hanno cambiato Regione per curarsi, in particolare per un intervento chirurgico. Se n’è parlato al convegno ‘Close the care gap’, promosso dall’Istituto superiore di sanità, Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) e Fondazione Aiom, in vista della Giornata mondiale contro il cancro.  

Ma per individuare tutte le cause della tossicità finanziaria e proporre alle Istituzioni le soluzioni per porvi rimedio “servono strumenti”: ed è italiano il primo questionario al mondo in grado non solo di misurare questa condizione ma anche di definirne i motivi nel contesto di un servizio sanitario pubblico. “La tossicità finanziaria interessa anche i pazienti di sistemi sanitari universalistici come il nostro – spiega Francesco Perrone, presidente Aiom -. Abbiamo già dimostrato, in uno studio su 3.760 cittadini con tumore in Italia, che al momento della diagnosi il 26% deve affrontare problemi di natura economica e il 22,5% peggiora questa condizione di disagio durante il trattamento. Questi ultimi, inoltre, hanno un rischio di morte nei mesi e anni successivi del 20% più alto. Alla luce di questi dati, ci siamo chiesti quali fossero le cause. Da qui – prosegue – il questionario Proffit (Patient Reported Outcome for Fighting Financial Toxicity), composto da 16 affermazioni sui cui i pazienti sono chiamati a esprimere o meno il loro assenso”.  

“È importante che nessun cittadino, dalla prevenzione all’accesso alle cure, sia lasciato indietro. Per questo – è l’appello – chiediamo più investimenti e più personale, anche per liberare i clinici dai troppi adempimenti burocratici. L’oncologia è un cardine del Ssn ma va sostenuta con misure strutturali”. 

“La qualità del nostro sistema sanitario – sostiene Mauro Biffoni, direttore del Dipartimento di Oncologia e medicina molecolare dell’Iss – è testimoniata dalla sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi, che presenta tassi più alti rispetto alla media europea nei tumori più frequenti. La ‘Giornata mondiale contro il cancro’ vuole evidenziare le differenze nelle cure. Anche in Italia vi sono disparità che devono essere superate, perché nessuno rimanga indietro e tutti possano accedere non solo alle terapie più efficaci ma anche ai programmi di screening, indipendentemente dal luogo in cui vivono”. 

Nel 2023, in Italia, sono state stimate 395.000 nuove diagnosi di tumore. “Le persone con un alto livello di istruzione – afferma Saverio Cinieri, presidente Fondazione Aiom – dispongono di più strumenti per comprendere l’importanza della prevenzione, per interpretare le informazioni utili sui sintomi della malattia e per adottare comportamenti che possono influire sull’efficacia delle terapie. Da qui il tasso di mortalità per cancro più elevato nei cittadini meno istruiti. È necessario potenziare le azioni volte a diffondere l’adozione consapevole di uno stile di vita sano e attivo in tutte le età, promuovendo campagne mirate. La sedentarietà disegna un gradiente sociale a svantaggio delle persone con maggiori problemi economici o bassa istruzione, fra le quali raggiunge il 43% rispetto al 25% dei cittadini che non vivono questa condizione”.  

E ancora: “L’obesità è pari al 17% fra gli individui con svantaggio sociale rispetto al 9% di chi non ne riferisce. Nel 2022, la prevalenza del fumo fra le persone con molte difficoltà economiche era pari al 37% ed analoga a quanto si osservava nel 2008, mentre fra chi non ha problemi finanziari la quota di fumatori è scesa dal 27% al 22% fra il 2008 e il 2022. Accanto alla prevenzione primaria – conclude Cinieri – è necessario migliorare, soprattutto nelle Istituzioni, la consapevolezza del legame fra inquinamento atmosferico e cancro”. 

(Adnkronos – Salute)

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