Nuova veste per l’archeologia a San Basilio

Un viaggio nel tempo a San Basilio: inaugurati i nuovi allestimenti del Centro Turistico Culturale e dell’Area Archeologica di via Brenta, frutto di un progetto triennale di valorizzazione promosso dalla Fondazione Cariparo che ha coinvolto istituzioni e università. 

I nuovi allestimenti del Centro Turistico Culturale di San Basilio di Ariano nel Polesine (RO) e l’Area Archeologica di via Brenta sono stati inaugurati.

Un risultato significativo per il sito di San Basilio e per tutta l’Isola di Ariano frutto di un articolato progetto, dalla durata triennale, promosso dalla Fondazione Cariparo e che vede coinvolti tutti i soggetti istituzionali attivi sul territorio polesano (Comune di Ariano nel Polesine, Provincia di Rovigo, Parco Regionale Veneto del Delta del Po), il Ministero della Cultura nelle sue diverse articolazioni (Soprintendenza e Direzione Regionale Musei del Veneto) nonché gli Atenei di Padova e Ca’ Foscari di Venezia in una preziosa sinergia volta a potenziare le azioni di conoscenza e di valorizzazione del territorio polesano centrate sul sito di San Basilio.

Il Centro Turistico Culturale

Luogo di lettura del complesso rapporto tra uomo e ambiente nella storia della regione polesana, il “nuovo” Centro Turistico Culturale prevede un sistema espositivo ad anello che presenta in forma fisica il tema dell’“isola” di Ariano, della “duna” (Dune fossili) e della centralità geografica di San Basilio, luogo paradigmatico della stratificazione storica del Delta. Un percorso narrativo funzionale alle esigenze del pubblico che si avvale di attrezzature informatiche e multimediali per completare ed illustrare il racconto.

Un racconto di sintesi che regge il filo dello sviluppo storico del sito dall’età etrusca all’età tardo antica/alto-medioevale. Un racconto articolato in 5 “tappe”, con teche che racchiudono i reperti maggiormente rappresentativi e iconici.

L’area archeologica di via Brenta

Tolto il velo anche all’area archeologica di via Brenta, posta al centro del sito, i cui interventi di ripristino, pulizia e valorizzazione sono stati completati.

Messa in luce da alcuni scavi negli anni Novanta del secolo scorso, l’area vedeva sorgere un grandioso edificio di età imperiale romana utilizzato come horreum, (magazzino) per prodotti alimentari e che qualifica San Basilio come uno dei più grandi centri mercantili della tarda età imperiale romana, nonché i resti del primo nucleo paleocristiano (chiesa, battistero e sepolcreto).

Valorizzare i siti archeologici facendoli diventare centri di attrazione e visitazione turistica e collegare il sapere e il cittadino attraverso una divulgazione chiara, semplice e accattivante sono necessità imprescindibili, che generano conoscenza e consapevolezza rispetto alle radici e alla storia dell’umanità.

– Gilberto Muraro, Presidente Fondazione Cariparo

San Basilio nella storia

Miti e leggende dell’antica Grecia narravano di un grande fiume, portatore di merci, ricchezze e risorse di ogni genere dalle terre degli Iperborei, le genti che vivevano a nord del mondo conosciuto.

Il fiume celebre fino al cuore del Mediterraneo era il Po, allora chiamato Eridano. Le foci dei suoi numerosi bracci incrociavano rotte marine, fluviali e terresti, diventando i luoghi di incontro ideale per i primi navigatori greci alla ricerca di nuovi mercati e di fruttiferi contatti con le popolazioni etrusche e venete della grande Pianura padana.

Nacque così l’abitato di San Basilio, il più antico polo mercantile del sistema deltizio padano.

San Basilio, infatti, divenne da subito punto di scambio multietnico fin da un’epoca (la fine del VII secolo avanti Cristo) in cui ancora Spina e Adria non avevano conosciuto il loro primo sviluppo e, da allora, vive per secoli sviluppando la sua vocazione di centro logistico e di relazioni.

Non è un caso che proprio attraverso San Basilio venga tracciata nel 153 avanti Cristo la via Annia, la più antica delle strade consolari romane che da Roma conduceva a Rimini, Adria, Padova e infine al caposaldo militare di Aquileia.

Con l’età romana il ruolo di San Basilio crebbe progressivamente e nella piena età imperiale (tra I e V secolo dopo Cristo) il centro diventò un grande vicus di oltre 30 ettari, una stazione di sosta del sistema di comunicazione terrestri dello Stato romano (mansio Hadriani) e infine centro mercantile di prima grandezza.

Le migliaia di monete romane ritrovate nel sito raccontano il suo eterno ruolo di luogo di scambio e relazione tra popoli e comunità.

La prime ricerche

I 1200 (e più) anni di vita del centro offrono documenti essenziali per tracciare la storia antica della Pianura Padana e del Polesine e hanno attirato l’attenzione degli studiosi fin dagli anni Settanta/Ottanta del secolo scorso.

Dopo le prime ricerche, nuove campagne di scavo si sono svolte negli anni Novanta (Soprintendenza Archeologica del Veneto) e quindi più intensamente dal 2018 grazie alla collaborazione tra Università di Padova, Università Ca’ Foscari di Venezia, Soprintendenza ABAP di Verona, Rovigo e Vicenza e Direzione Regionale Musei Veneto sostenute dalla Fondazione Cariparo e dal Comune di Ariano nel Polesine.

Il progetto era finalizzato a riprendere le attività di ricerca, alla promozione culturale e turistica anche in rapporto con il Museo Archeologico Nazionale di Adria e con la collettività e gli enti locali.

In questa fase hanno preso avvio attività di ricognizione archeologica, scavi della fase etrusca del sito e attività di archeologia pubblica con la realizzazione di una mostra sugli scavi pregressi (Meandri di Storia). Dal 2019 il progetto Interreg VALUE (Comune di Comacchio e Parco Regionale Veneto del Delta del Po) ha consentito il restauro conservativo dell’area archeologica, attività di divulgazione turistica ed editoriale, partecipazione a fiere specializzate e a incontri scientifici.

(Fondazione Cariparo)