Gli agricoltori di mezza Europa protestano, Germania paralizzata

Inizia oggi la protesta degli agricoltori contro il governo in Germania, con i trattori in marcia su Berlino e altre città. La mobilitazione, che proseguirà fino al 15 gennaio, vuole bloccare il Paese intasando le autostrade. I contadini protestano contro i tagli ai sussidi, parte del piano di austerità deciso dall’esecutivo federale. In particolare, era stato previsto il taglio delle sovvenzioni al diesel e l’abrogazione dell’esenzione dei veicoli a uso agricolo dall’imposta sulle auto. ggi la Germania sarà paralizzata e dovrà fronteggiare una nuova marcia dei trattori, che si unisce allo sciopero dei macchinisti delle ferrovie.

La mobilitazione dei trattori tedeschi è volta in particolare  a contrastare il Farm to Fork,  programma dell’Unione europea che prevede l’abbandono del 10% dei terreni agricoli, la conversione a biologico di un quarto della superficie coltivabile, l’abbattimento dei concimi e dei fitofarmaci oltre alla rotazione forzata dei cereali. Si tratta di misure che rischiano di far saltare il settore agricolo europeo, e che inducono a provvedimenti come quelli assunti da Stefano Bonaccini (PD) presidente dell’Emilia Romagna che sovvenziona con 1.500 euro a ettaro per vent’anni chi sceglie di smettere di coltivare.

È una china pericolosissima come dimostra un dossier di Divulga, uno dei più importanti centri studio agricoli d’Europa, che ha messo a confronto le stime dell’impatto del Farm to Fork sulla produzione continentale. Si va verso una riduzione della produzione tra il 10 e il 20%, un incremento di importazioni tra il più 39% per i cerali, il più 93% per gli agrumi e il più 209% per il mais e aumenti di prezzo folli: più 24% per i bovini, più 43% per il maiale, più 42% per olio e vino con un crollo dell’export di 20 punti. Insomma, un fallimento totale dell’Europa “verde”.