Tunnel di Hamas, “Israele inizia ad allagare la rete sotterranea di Gaza”


Lo scrive il Wall Street Journal: l’allagamento con acqua di mare, che sarebbe nelle fasi iniziali, è solo una delle diverse tattiche che lo Stato Ebraico sta usando per svuotare e distruggere i tunnel
Washington, 12 dic. L’esercito israeliano ha iniziato a pompare acqua di mare nella vasta rete di tunnel di Hamas a Gaza. Lo scrive il Wall Street Journal citando fonti Usa che sono state informate delle operazioni militari israeliane, che fanno parte di un intenso sforzo per distruggere le infrastrutture sotterranee del gruppo. L’allagamento dei tunnel con l’acqua di mare, che è nelle fasi iniziali, è solo una delle diverse tattiche che Israele sta usando per svuotare e distruggere i tunnel di Hamas, aggiunge il giornale.
A riferire dell’ultima strategia adottata dallo Stato Ebraico per rendere inutilizzabile la rete sotterranea, era stato lo stesso Wall Street Journal il 5 dicembre scorso. La dimensione sotterranea dell’enclave palestinese, spiegava il quotidiano, è un labirinto di cunicoli che sarebbe più lungo della metropolitana di Londra.
Secondo il Wall Street Journal, che cita fonti Usa, i militari israeliani avrebbero installato a metà novembre cinque pompe idriche a nord di Gaza City. La Bbc ha chiesto loro un commento, ma per ora si limitano ad affermare di verificare le indiscrezioni, e la rete britannica precisa di non poter confermare le ultime notizie in modo indipendente.
Eppure, ricordano i media internazionali, nel 2015 l’Egitto utilizzò l’acqua del Mediterraneo per allagare una rete di centinaia di tunnel lungo il confine con Gaza. Il contrabbando è il ‘problema’ rappresentato da sempre da quel labirinto sotterraneo. E nel 2015 l’operazione egiziana scatenò le ire a Rafah dove denunciarono danni per le coltivazioni. Nel 2021, prosegue la Bbc, le Idf affermarono di aver distrutto con raid aerei più di 100 chilometri di tunnel a Gaza. Hamas parlava di una rete di gallerie sotterranee di 500 chilometri (402 la metropolitana di Londra).
Adesso a complicare lo scenario ci sono gli ostaggi, rapiti il 7 ottobre in Israele e da allora trattenuti nella Striscia. Hamas afferma che si trovano in “luoghi sicuri e nei tunnel”. E c’è anche la questione dell’impatto ambientale. Pompare acqua salata potrebbe comportare anche danni per la falda acquifera sotterranea. L’operazione potrebbe rendere estremamente difficile coltivare la terra di Gaza e, inoltre, quello che è stato immagazzinato negli anni nei tunnel potrebbe contaminare il terreno. Non solo. L’operazione che secondo il Wall Street Journal avrebbero in mente i militari israeliani potrebbe richiedere settimane e quindi consentire ai combattenti di Hamas di spostarsi, portando potenzialmente con loro gli ostaggi.

(Adnkronos)