Quando un po’ di stress fa bene, ecco come misurarlo

(Adnkronos) – Troppo stress, si sa, fa male al corpo e alla mente, soprattutto sul lavoro. Ma non sempre tutti i mali vengono per nuocere: alcuni psicologi sostengono infatti che un po’ di ‘sana’ ansia possa aiutare, aumentando la nostra capacità di centrare un obiettivo o portare a termine un compito. Bisogna però capire qual è la dose ottimale di stress necessaria a migliorare le nostre prestazioni. È possibile? Come fare? La legge Yerkes-Dodson, nota anche come ‘curva a U invertita’, è stata proposta per la prima volta dagli psicologi Robert Yerkes e John Dillingham Dodson nel 1908. A seguito di esperimenti di laboratorio condotti sui topi, è stato evidenziato che il livello di stress a cui siamo sottoposti può influenzare le nostre prestazioni. Secondo questa teoria, esiste quindi un livello ottimale di eccitazione – stress buono o ‘eustress’ – che consente di ottenere prestazioni ottimali: troppo poco stress non fornisce abbastanza motivazione, non pone sfide o obiettivi da raggiungere, al contrario troppo stress può ostacolare le capacità, diventare debilitante, distrarre e persino paralizzare, un’ansia malsana che spesso porta al fallimento. 

Ma qual è il livello ottimale di stress? Non esiste una unità di misura unica dei livelli di stress ottimali, perché la percezione dello stress varia da persona a persona, e quello che può essere considerato ottimale per una persona può essere percepito come troppo intenso per un’altra, si legge sul sito belga passionSantè che dedica un lungo articolo al tema. Ci sono però dei
segnali chiari che indicano quando c’è un sovraccarico di stress, che si manifesta sia fisicamente che emotivamente. Segnali a cui prestare attenzione in modo da poter adottare misure per gestirlo e ridurlo e ‘trasformarlo’ in stress buono. 

Ecco quali sono i segnali che il corpo invia
quando lo stress sta salendo oltre misura: battito cardiaco accelerato; stanchezza anomala e disturbi del sonno; mal di testa; tensione muscolare; problemi di concentrazione; nervosismo e irrequietezza; irritabilità; compromissione della memoria; uso eccessivo o abuso di alcol, tabacco e droghe. Una volta scongiurato l’iper stress, come si mantengono i livelli ottimali che ‘fanno bene’? La premessa necessaria è: convincersi che lo stress fa parte della propria vita e che l’impatto che può avere su ognuno dipende solamente da come si percepisce e si gestisce. Da qui alcuni consigli per identificare i livelli di stress ottimali e implementare le strategie di gestione, per raggiungere i propri obiettivi, mantenendo la tua salute fisica e mentale: sii consapevole delle tue reazioni allo stress; fai attenzione ai segni fisici di stress, identifica le situazioni che ti stimolano positivamente e quelle che hanno l’effetto opposto, stabilisci obiettivi ambiziosi ma raggiungibili, che siano sfidanti ma senza esagerare e pensa mentalmente a quanta strada dovrai percorrere per arrivarci. E ancora: coltiva un atteggiamento positivo nei confronti delle sfide, pensandole come opportunità di apprendimento e crescita piuttosto che come compiti noiosi e ostacoli insormontabili. 

Fra gli aiuti per utilizzare e incanalare in modo ottimale lo stress figurano le tecniche di mindfulness, meditazione, sofrologia, la pratica della coerenza cardiaca. Ultima raccomandazione: “se non ce la fai da solo non esitare a chiedere aiuto a colleghi, amici o professionisti della salute mentale quando lo stress diventa opprimente”. 

(Adnkronos – Salute)

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