Israele-Hamas, Netanyahu: “Dopo guerra assumeremo responsabilità sicurezza Gaza”


Il premier israeliano ha ribadito: “Nessun cessate il fuoco senza rilascio ostaggi”. Ma “apre” a pause
Israele avrà “la responsabilità complessiva della sicurezza” della Striscia di Gaza per “un periodo di tempo indefinito” dopo la fine della guerra contro Hamas. Ad affermarlo il premier israeliano Benyamin Netanyahu in un’intervista alla tv americana Abc, concessa dopo la nuova telefonata con Joe Biden, a un mese dall’attacco di Hamas secondo le ultime news di oggi 7 novembre. “Penso – ha spiegato – che per un periodo di tempo indefinito avremo la responsabilità complessiva della sicurezza, perché abbiamo visto quello che è successo ora che non ce l’avevamo. Quando non abbiamo la responsabilità della sicurezza, abbiamo un insorgere del terrore a un livello che non avremmo potuto immaginare”.
Poi ha ribadito: “Non ci sarà un cessate il fuoco generale a Gaza senza il rilascio dei nostri ostaggi”. E ha ripetuto che la convinzione che questo “ostacolerebbe lo sforzo bellico, ostacolerebbe il nostro sforzo per liberare gli ostaggi perché l’unica cosa che funziona con questi criminali di Hamas è la pressione militare che stiamo esercitando”. Pressato in particolare dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden, con cui ieri ha avuto un nuovo colloquio telefonico, Netanyahu ha ‘aperto’ per la prima volta all’ipotesi di pause umanitarie. “Piccole pause – un’ora qui, un’ora là – le abbiamo già fatte. Verificheremo le circostanze al fine di consentire l’ingresso di beni umanitari o l’uscita dei nostri ostaggi, di singoli ostaggi”, ha detto il premier.
Mentre hanno chiesto protezione per i civili di Gaza durante le operazioni militari di Israele nella Striscia, gli Stati Uniti si preparano a inviare allo Stato ebraico bombe di precisione per un valore di 320 milioni di dollari. Questo quanto hanno rivelato nella giornata di ieri fonti del Wall Street journal, che spiegano come il 31 ottobre scorso l’amministrazione Biden ha inviato una notifica formale ai leader del Congresso sul previsto trasferimento in Israele di Spice Family Gliding Bomb Assemblies, un tipo di bombe di precisione lanciate da aerei.
La rivelazione del Wsj è arrivata nel giorno in cui, dopo oltre una settimana di silenzio tra i due, il presidente Usa Joe Biden ha avuto un colloquio con il primo ministro israeliano Netanyahu. Al centro della discussione, il sostegno degli Stati Uniti allo Stato ebraico, la protezione dei civili israeliani e palestinesi, l’assistenza umanitaria sulla Striscia di Gaza, gli ostaggi ancora in mano ad Hamas e il problema dei coloni in Cisgiordania.
Nella sua telefonata con il primo ministro israeliano il presidente americano Joe Biden “ha ribadito il fermo sostegno a Israele e alla protezione dei cittadini israeliani da Hamas e altre minacce, sottolineando anche l’imperativo di proteggere i civili palestinesi e ridurre il danno civile durante le operazioni militari”, ha reso noto un comunicato della Casa Bianca. “I due leader – si legge – hanno discusso la possibilità di pause tattiche per fornire ai civili opportunità di lasciare in sicurezza aree di combattimenti in corso, per assicurare assistenza ai civili bisognosi e permettere il potenziale rilascio degli ostaggi”.
“I due leader hanno salutato l’aumento dell’assistenza umanitaria nell’ultima settimana e discusso la necessità di aumentare significativamente le forniture, compresa la capacità di aumentare la capacità di controllare e organizzare più camion verso Gaza”. Nella sua telefonata con il premier israeliano Biden “ha anche discusso della situazione in Cisgiordania e della necessità che i coloni estremisti rispondano dei loro atti violenti”.
Il presidente americano e il primo ministro israeliano, inoltre, “hanno discusso degli sforzi in corso per ottenere il rilascio degli ostaggi presi da Hamas, fra cui molti bambini e alcuni cittadini americani”. Biden e Netanyahu, si legge, “hanno convenuto di parlarsi nuovamente nei prossimi giorni”.
L’amministrazione del presidente degli Stati Uniti continuerà a sollecitare le sue controparti israeliane per arrivare a una pausa umanitaria nella Striscia di Gaza. Ad affermarlo, secondo quanto riferisce la ‘Cnn’, è il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale, John Kirby. “Crediamo ancora nel valore delle pause umanitarie temporanee per scopi specifici, per far entrare le cose e per far uscire le persone, compresi gli ostaggi”, ha sottolineato Kirby. “Pensiamo ancora che ci sia un valore in questo, e continueremo a sostenere questa necessità e ad avere quella discussione, non solo con Israele ma con altri partner nella regione”.
Gli Stati Uniti stimano intanto che vi siano “migliaia” di morti civili a Gaza, ma non possono fornire un dato più specifico, ha spiegato il portavoce del Pentagono Pat Ryder, citato dalla Cnn. Ieri hamas ha parlato di più di diecimila palestinesi uccisi nei raid aerei israeliani sulla Striscia di Gaza dal 7 ottobre scorso. Il ministero della Sanità di Hamas parla di 10.022 morti tra cui 4.104 bambini.
“Nessuno in questa amministrazione mette in dubbio che vi siano morti, che civili abbiano perso la loro vita a Gaza”, ha aggiunto il vice portavoce del dipartimento di Stato, Vedant Patel, sottolineando però che i dati del ministero della Salute di Gaza, controllato da Hamas, non possono considerarsi certi. “Quello che diciamo è che si tratta di un ministero gestito da Hamas, che solo poche settimane fa ha scatenato un orribile attacco terroristico in Israele, e che ha una storia di cifre gonfiate e non accurate sulle vittime”, ha proseguito Patel, dopo che le autorità di Gaza hanno denunciato ieri 10mila vittime civili.

(Adnkronos)