Colap, Emiliana Alessandrucci lascia presidenza dopo 10 anni

(Adnkronos) – “Si chiudono per me e per il Colap 10 anni della mia presidenza. Sono stati 10 anni importantissimi, nei quali molteplici risultati sono stati raggiunti e tante sfide siamo riusciti ad aprire: oggi siamo i protagonisti della rappresentanza delle professioni, oggi le professioni associative sono nell’elenco dei soggetti influenti e competenti, oggi non solo siamo visibili alla politica e ai media, ma siamo soprattutto riconosciuti come portatori di interessi e direi interessi sani e costruttivi, quegli interessi di cui questo paese è fortemente deficitario e al contempo bisognoso. Questo meraviglioso viaggio è stato ricco di pericoli e di minacce che ho attraversato con barra dritta e sempre sicura, perché armata dei miei valori e della bontà della mia battaglia”. A dirlo Emiliana Alessandrucci dopo essersi dimessa dalla presidenza del Colap, Coordinamento libere associazioni professionali. 

“Non ho mai firmato compromessi – ha sottolineato – che mettessero in discussione gli ideali e i vincoli di cui il Coordinamento è sempre stato portatore. Per questo a molti sono rimasta antipatica, ostile e intransigente, perché occorre essere intransigenti quando il rischio è trattare sulla propria natura, sulla propria mission, sui propri valori”. 

“Abbiamo vissuto insieme – ha spiegato – anche quella strana esperienza delle chiusure, della paura, del dolore della minaccia negli anni del Covid. Quando il Covid ha bloccato le nostre attività, mi sono spesa per essere vicina ai soci, ai professionisti italiani, mai come in quel momento ho sentito quanto il mio lavoro fosse utile alle persone, alle loro famiglie e a questo Paese. Non mi sono risparmiata e ho chiesto a tutti di darci reciprocamente una mano, è stato motivante quando tendevate la mano, essere lì pronta a sorreggerla a sostenervi, ad aiutarvi e anche, quando è servito, ad urlare all’ingiustizia. Sono molto fiera di me e della mia squadra per come in quel periodo di isolamento siamo riusciti ad esserci. Poi dal covid siamo usciti e quello che doveva renderci persone migliori spesso ha avuto un effetto deleterio, incentivando diffidenze, paure, ostilità al punto di arrivare alla cattiveria. Di questo ha risentito anche ‘la casa Colap’, abbiamo resistito a sciocchi tentativi di destabilizzazione, abbiamo continuato a costruire nonostante le forze contrarie”. 

A luglio Emiliana Alessandrucci ha presentato le dimissioni interrompendo per 5 motivi che ha ricordato. 1) Il mondo associativo è disgregato e, a tratti, disgregante, non sono più disponibile a spendere le mie migliori energie nel sanare conflitti interni dettati da personalismi, individualismi, alterazioni comportamentali e distorsioni della realtà. Le mie energie, che restano positive, hanno bisogno di impegnarsi e spendersi nelle grandi battaglie, nelle conquiste che servono ai nostri professionisti, nelle sfide che potranno fare grandi le professioni e il Paese. La mia presidenza non è stata più disponibile ad occuparsi dei soci come mamma accogliente e severa, ma aveva esigenza di spingervi oltre, ahimè la compagine associativa non è riuscita a fare il salto richiesto; è rimasta nelle beghe da condominio, nelle rivendicazioni inconsistenti, che tolgono e non aggiungono nulla alle professioni. Si dice che la classe dirigente abbia la visione e il resto la segua, ma qui tra la mia visione e quella di molte associazioni del coordinamento c’è una frattura incolmabile.  

2) Ho sempre sostenuto la legalità, l’onestà, la trasparenza, mi sono battuta da partita iva e da presidente per superare lo stereotipo : lavoratore autonomo/evasore. Ma non sempre ho sentito che la compagine mi seguisse. Ho sempre creduto negli adempimenti, nel rispetto della legge, nell’esempio e a volte per questo venivo attaccata: ma perché chi rappresenta le partite iva non può essere contro l’evasione, la rottamazione (che penalizza solo chi paga regolarmente), gli artefici fiscali per ovviare ai pagamenti? Sono stata attaccata, e minacciata perché vaccinata e a favore dei vaccini! Il compito di un Presidente è occuparsi dei propri soci e metterli nelle condizioni di riaprire e lavorare questo era il mio compito non altro ! Il divario valoriale tra me e una parte della base associativa è incolmabile. 

3) Ho avuto la fortuna di conoscere e crescere una squadra di lavoro generosa, allineata, onesta e competente, che spesso ha lavorato sottopagata solo perché motivati a lavorare insieme e per un fine cosi nobile. Ma il lavoro va riconosciuto e retribuito e io non sono più disponibile a fare i conti con un bilancio ridotto che chiede alle risorse che lavorano per questa organizzazione di fare continui sacrifici. Sono qui oggi e a loro vanno le nostre scuse per le volte che parole o proposte li hanno svalutati, e soprattutto vi voglio dire grazie per essere stati una squadra fedele e impegnata, il vostro capitano non vi lascia, quello che abbiamo costruito in termini di competenze, capacità e esperienze nessuno ce lo toglie e la stima che proviamo l’una per gli altri saprà far germogliare ancora buoni frutti. 

4) Il mondo della rappresentanza delle professioni ha oggi grandi problemi sia di autorevolezza che di competenza. Il Colap ha sempre svolto un ruolo da traino nel mondo rappresentativo associativo, oggi la qualità del lavoro che si svolge in questo paese sulla rappresentanza è davvero demotivante, scadente e ahimè troppo legato alle ideologie politiche. Il mondo delle professioni ha bisogno di un pensiero libero e questo non lo ritrovo nei tavoli nei quali mi siedo. Da esterna all’associazione meglio potrò servire il mondo professionale. 

5) Nei sistemi democratici quando si fa un’analisi, come quella che ho fatto io, si lascia libero il posto a chi se la sente di portare avanti ancora con energia e dedizione questo compito, il mio invito è che il Colap si ritrovi in Nicola Testa Unappa. Sempre il mio grande senso della giustizia mi ha condotto a dire che non posso più onorare il mandato che mi avete affidato, non sono più la persona giusta non riuscirei a sottoscrivere mediazioni e compromessi che forse il Colap ora si potrebbe trovare a firmare.  

“Per me – ha chiarito – la via era una e uno il grande obiettivo, sarei stata disposta a lavorarci giorno e notte sacrificando, come è stato in questi anni: salute, famiglia, amici e tempo libero, lo avrei fatto perché il mio credo è profondo. Ma non posso crederci solo io e ahimè oggi prendo atto che se abbiamo portato lontano il Colap, ma dentro non lo abbiamo cambiato affatto. Certamente questo distacco è stato molto pensato e sofferto. Ho amato questa associazione come si ama un figlio accettandolo per come è, ed aiutandolo ad essere ogni giorno migliore! Ho dedicato tempo, pensieri, energie, le mie competenze il mio lavoro. Ho sacrificato per questa nobile battaglia la mia vita personale e professionale, perché nella vita ho creduto che non contasse sempre e solo il denaro ma soprattutto la soddisfazione e il riconoscimento del lavoro che svolgi. Mi sono innamorata di questo mondo e al contempo ho anche combattuto affinché cambiasse, migliorasse, gli ho dato un volto, un’identità, una forza mediatica e politica”. 

“Tutto questo – ha affermato Emiliana Alessandrucci – sarebbe stato un sogno 10 anni fa. L’ho fatto tutto con le mie forze e con la solitudine dei numeri primi; una solitudine che ha accompagnato la mia presidenza. Lasciare oggi il Colap è lasciare qui con voi una parte di me, che non rivoglio indietro e che lascio nelle vostre mani con la speranza che la mia fiducia sia ripagata. Non rinnego nulla e vado fiera del lavoro fatto, di quello che ho dato al Colap e a tutti i vostri associati. Difficilmente mi sono detta brava, ho sempre guardato cosa potevo fare meglio. Oggi qui davanti a voi voglio dire che sono stata brava che arrivare alla presidenza dopo Lupoi non era facile, che navigare i mari tumultuosi della politica da giovane donna mi richiedeva tanto equilibrio, che governare tante associazioni cosi diverse tra loro era complesso, che portare risultati con un budget ridottissimo è stato miracoloso, sono stata brava perché mi sono fidata di me e ancora e ancora mi darei fiducia perché mai ho anteposto il mio successo, le mie soddisfazioni a quelle del Colap, integerrima è la parola che vi lascio, occorre essere integerrimi per essere dei bravi presidenti”. 

“Oggi – ha rimarcato – lascio il Colap ma non intendo lasciare il mondo delle professioni, farò il mio dovere di professionista e di cittadina attiva ancora ma senza una identità forte, questo mi renderà libera e mi permetterà di meglio contribuire alla rappresentanza delle professioni”.  

“Oggi – ha detto – potete scegliere il nuovo direttivo fatelo scegliendo i valori, la qualità delle persone, le proposte e mai l’aggressività che poi dietro nasconde sempre una profonda insicurezza e inadeguatezza. Facciamo trionfare oggi in questa assemblea la positività, la fiducia, il senso comune e la voglia di lavorare insieme. Il mio ringraziamento più sentito va al mio direttivo, alla mia magnifica squadra Federico Rago Micaela Di Natale, mai avrei potuto desiderare di meglio. E a Giuseppe Lupoi che mi ha affidato questo compito, io ce l’ho messa tutta per renderlo orgoglio so di me”. 

 

(Adnkronos – Lavoro)

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