Pavimenti senza fughe: quali materiali usare e come si posano

In tema di posa di pavimenti, sempre più spesso vengono richieste soluzioni che riducono al minimo o eliminano quasi del tutto le fughe. Una scelta operata in ragione di un’estetica pulita e minimale che ben si adatta alle più differenti soluzioni di interior design, ma anche per il fatto che le superfici monolitiche risultano più funzionali e contribuiscono ad ampliare la percezione dello spazio. Ciò detto, non tutti i materiali per pavimenti possono essere posati senza fughe o con fughe ridotte al minimo. In particolare, i pavimenti in ceramica, uno dei materiali più utilizzati in edilizia per realizzare le superfici interne, devono essere provvisti di fughe, come stabilito dalla normativa Uni 11493 sulla posa. La dimensione della fuga può variare a seconda del materiale utilizzato e delle sue caratteristiche. In caso di pavimenti in grès porcellanato o laminato che sono rettificabili, ovvero i bordi possono essere squadrati, è possibile prevedere la fuga minima che è di 2 mm. Al contrario, per piastrelle monocottura o bicottura, che non possono essere rettificate, la fuga sarà maggiore, ovvero di 4 o 5 mm.
Per ridurre al minimo la presenza di fughe è importante la scelta del formato. In caso di grès porcellanato rettificato sono disponibili sul mercato grandi formati ovvero con un lato lungo maggiore di 60 cm. Per il grès laminato si può arrivare anche a lastre giganti da 100×300 cm unite a spessori particolarmente ridotti compresi tra 3 e 6 mm. Grazie all’utilizzo di lastre di grande formato, il numero di fughe sarà ridotto al minimo e inoltre il loro spessore sarà di soli 2 mm. Senza contare che la scelta di uno stucco tono su tono con la lastra permetterà di ottenere un effetto estetico uniforme dove le fughe saranno quasi impercettibili alla vista. Oltre al formato, anche la tipologia di posa del pavimento contribuisce a ridurre la presenza delle fughe. Lo schema di posa può essere: diagonale a 45°; verticale o dritta, quando le linee delle giunture delle piastrelle sono parallele alle pareti corte dell’ambiente; orizzontale, quando le linee delle giunture sono parallele alle pareti lunghe.
Le fughe hanno anche una valenza tecnica in quanto contribuiscono a diverse funzioni del pavimento. Prima di tutto, agevolano la stabilità strutturale del pavimento in modo da evitare fessurazioni o distacchi dovuti all’inflessione del supporto. Inoltre, le fughe, essendo elastiche, aiutano ad assorbire le seppur minime contrazioni e dilatazioni dovute a sbalzi termici del pavimento. In aggiunta, le fughe concorrono a distribuire il carico in maniera uniforme su tutta la superficie del pavimento posato. Infine, sigillano le piastrelle così da scongiurare eventuali infiltrazioni di acqua sotto il pavimento.
In base al materiale in cui vengono realizzate, le fughe possono essere cementizie o epossidiche. Nel primo caso sono realizzate in malta con legante a base cementizia. I fuganti cementizi, utilizzati specie per i pavimenti di abitazioni, offrono buone performance in termini di idrorepellenza, resistenza alla muffa, contenimento delle emissioni di sostanze organiche volatili, mantenimento del colore, antiefflorescenza ovvero contrasto del processo di cristallizzazione dei sali solubili contenuti nell’acqua che si manifesta con l’insorgere di un’antiestetica polvere bianca. Le fughe epossidiche sono realizzate con resine epossidiche che offrono ottime prestazioni antiabrasione, elevata elasticità, idrorepellenza, resistenza alle macchie, alle sollecitazioni meccaniche e ai prodotti chimici. Per tali motivi vengono utilizzate soprattutto per finire pavimenti di ambienti di lavoro, pubblici e tecnici, particolarmente soggetti a flussi elevati, usura, variazioni termiche.

(Adnkronos)