Meloni e von der Leyen a Lampedusa, la premier: “Lavorare nella stessa direzione”

Migranti
La conferenza stampa della presidente del Consiglio e della presidente della Commissione europea, che dice: “Decidiamo noi chi arriva, non i trafficanti”. Piano d’azione Ue in 10 punti per l’Italia
Lampedusa, 17 set. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in conferenza stampa all’aeroporto di Lampedusa dopo la visita all’hotspot e al molo dell’isola. “La presidente von der Leyen ha subito accolto l’invito a venire a Lampedusa. Ma io non considero questo un gesto di solidarieta dell’Ue ma un gesto di responsabilità del’Ue verso se stessa, perché questi sono i confini dell’Italia ma anche dell’Europa. Siamo di fronte a una portata tale di flussi che se non lavoriamo insieme sul contrasto dei migranti irregolari i numeri travolgeranno prima gli stati frontiera e poi tutti gli altri”, ha detto la premier.
“E’ un problema che inevitabilmente coinvolge tutti e va affrontato da tutti e la presenza di von der Leyen è un segnale di consapevolezza”, ha aggiunto continuando: “La presidente von der Leyen ha ritardato la sua partenza per New York per essere qui oggi”.
“Confermo che nel Consiglio dei ministri di domani porteremo la norma per estendere al massimo consentito alle regole europee il trattenimento ai fini del rimpatrio di chi arriva irregolarmente in Italia, raccomandando al Ministero della Difesa di attivarsi immediatamente per realizzare queste strutture che sono necessarie”, ha detto ancora Meloni, che ha aggiunto: “Servono soluzioni serie, complesse, durature e che tutti lavorino nella stessa direzione. Non avrebbe senso che una parte si impegna per trovare soluzioni e un’altra parte che per ragioni ideologiche si impegna per smontarle”.
“Continuo a dire – ha sottolineato ancora – che di fronte ai flussi di migranti irregolari non risolveremo mai il problema parlando di redistribuzione. L’unico modo di affrontare seriamente il problema è fermare le partenze illegali. Questo è quello che ci chiedono i cittadini ma anche i rifugiati”.
Per Meloni, “servono strumenti più efficaci di rimpatrio dei migranti illegali che vengano messi in campo dall’Unione europea e non dai singoli stati nazionali”. “Credo anche, e ne parleremo in settimana, che un maggiore coinvolgimento delle Nazioni Unite sia assolutamente necessario”, ha aggiunto.
Parlando di soluzioni, la premier ha citato “le proposte che l’Italia porta avanti dall’insediamento del nuovo governo, sui cui abbiamo trovato un lavoro comune con la presidente della Commissione europea”. E ha parlato di “accordi strutturali con i Paesi del Nord Africa per fermare le partenze e anche per evitare il dramma delle morti in mare” ma anche di “lotta più incisiva contro i trafficanti di esseri umani, anche uniformando le legislazioni dei paesi coinvolti, e abbiamo organizzato la Conferenza su sviluppo e migrazioni anche per lavorare su questo fronte” e “quote di immigrazione legale concordate soprattutto con i Paesi che collaborano al contrasto della migrazione illegale” oltre a una “efficace missione europea navale per contrastare gli scafisti e le partenze irregolari” e infine “strumenti più efficaci di rimpatrio dei migranti illegali che vengano messi in campo dall’Unione europea e non dai singoli stati nazionali”.
Meloni ha poi voluto “ringraziare i cittadini di Lampedusa, persone che sono molto responsabili, persone molto belle. Mi ha fatto piacere avere occasioni di incontrarli e parlare con loro, ci siamo impegnati a render le loro condizioni sull’isola migliori. Lo abbiamo già fatto con un investimento di 45 milioni di euro per Lampedusa”.
“Ho sempre ritenuto che i percorsi di gestione dei migranti dovessero essere diversi, tra gli uomini soli in età da lavoro, e i minori con meno di 14 non accompagnati e le mamme”, ha detto ancora, aggiungendo: “Il tema dei minori under 14 anni e delle donne va trattato a parte”.
“Ho parlato al telefono, dopo avergli mandato una lettera, con il presidente del Consiglio europeo Michel. Sto aspettando risposta ufficiale, ma sono ottimista sul fatto che se ne discuterà. Anche perché in questi giorni ho parlato con tantissimi dei leader del Consiglio europeo e sono tutti molto sensibili a una materia che capiscono essere di rilevanza per ognuno di noi”, ha poi detto la presidente del Consiglio rispondendo a chi domandava se il tema migranti è entrato nell’ordine del giorno del prossimo Consiglio europeo.
“Sul tema della Tunisia noi siamo per accelerare non solo l’implementazione della prima parte del memorandum, ma anche della seconda parte per un investimento in Tunisi per sostenere lo sviluppo”, dice. “E una cosa che va discussa secondo me anche dal Consiglio europeo è l’ipotesi di un sostegno al bilancio tunisino”, aggiunge. “Noi abbiamo su questo una opzione di investire delle risorse e abbiamo collegato l’accordo con il fondo monetario internazionale, ma forse l’Ue potrebbe ragionare anche di sostenere il bilancio tunisino”.
“Per quanto riguarda la missione navale, continuo a dire quello che ho sempre detto: l’unico modo serio per affrontare questa vicenda è da una parte aiutare le autorità del Nord Africa a gestire il flusso di chi parte, e sono iniziative che vanno fatte in accordo con le autorità nordafricane”, ha spiegato.
“In passato sono state fatte delle missioni navali europee che hanno avuto il limite di rappresentare più un pull factor, un elemento di spinta per flussi migratori piuttosto che di blocco. Però io credo che occorra ripartire dalla seconda e terza parte missione Sophia, che non fu mai realizzata perché nella prima parte si rivelò una sorta di pull factor. Quello, secondo me è il tratto dal quale bisognerebbe partire”.
“La migrazione è una sfida europea che ha bisogno di una risposta e di una soluzione europea. Ed è con azioni concrete, con solidarietà e unità, che possiamo portare a cambiamenti. Per questo, l’Italia – ha detto in italiano von der Leyen nel suo intervento – può contare sull’Unione europea”. “E’ molto importante essere qui con voi oggi”, ha affermato, ringraziando Meloni per l’invito. Von der Leyen ha anche citato la “incredibile cittadinanza di Lampedusa e i fantastici rappresentanti della Protezione civile e delle forze dell’ordine”. “In questi giorni così drammatici, la comunità locale ha continuato a fare tutto il possibile per sostenere le persone in arrivo”, ha sottolineato. “Questa incredibile solidarietà riscalda il cuore: è molto importante ricordare che tutti coloro che sono coinvolti abitanti e autorità locali, migranti, sono coinvolti, imprigionati in una situazione che non hanno creato”.
“E’ necessario offrire una risposta coordinata, all’emergenza dei migranti, da parte delle autorità italiane ed europee. Abbiamo un obbligo, come parte della comunità internazionale. Lo abbiamo fatto in passato, lo facciamo oggi e lo faremo in futuro. Ma saremo noi a decidere chi entrerà nell’Unione europea e in che modalità, non i trafficanti di essere umani”, ha affermato ancora la presidente della Commissione Ue.
La presidente von der Leyen ha quindi presentato oggi a Lampedusa un piano di azione in dieci punti per sostenere l’Italia nell’affrontare l’emergenza dei migranti, anticipando fra l’altro una missione della vice Presidente Schinas nei Paesi di provenienza dei migranti, nel quadro dello sforzo, definito dal terzo punto del piano, di operare per il veloce ritorno dei migranti che non hanno diritto all’asilo nei loro Paesi. La missione di Margaritis Schinas avrà quindi come obiettivo quello di parlare con i rappresentanti dei Paesi di origine dei flussi migratori per assicurare la loro cooperazione su questo fronte.
“La misura più efficace contro i trafficanti sono i corridoi umanitari e i percorsi di arrivo legali”, ha affermato ancora. L’ottavo punto del suo piano prevede infatti l’offerta ai migranti di “vere alternative”. “E’ questo l’unico modo per spezzare il circolo della narrativa” dei trafficanti, ha sottolineato. Il quarto punto del Piano Ue prevede di rafforzare lo sforzo contro i trafficanti e di usare il “pugno duro”, insieme ai Paesi di origine e di transito, nei confronti di questo business così brutale.
“Lavoreremo con la Tunisia per l’attuazione del memorandum di intesa e per accelerare la conclusione di nuovi progetti e l’esporso di nuovi fonti”, ha spiegato quindi Ursula von der Leyen, illustrando il decimo punto del Piano di azione. La presidente sostiene inoltre “la possibilità di esplorare opzioni per espandere missioni navali già esistenti o per lavorare a nuove missioni nel Mediterraneo”: questo il quinto punto del Piano, che prevede il rafforzamento della sorveglianza aerea e in mare con Frontex.
(dall’inviata Elvira Terranova)

(Adnkronos)