La violenza, in tutte le sue forme, non va giustificata, né ancor peggio assolta come “fatto culturale”: la Consigliera di Parità Silvia Scordo si esprime sul caso della giovane donna maltrattata dal marito bengalese

foto consigliera al lavoro

Quanto accaduto a Brescia, dove un pm, a seguito della denuncia fatta da una giovane donna bengalese nei confronti dell’ex marito, connazionale, violento, ne propone l’assoluzione giustificando la violenza come frutto dell’impianto culturale, è un fatto gravissimo e solleva forti preoccupazioni.
La violenza domestica e il maltrattamento sono inaccettabili in qualsiasi cultura o società e non dovrebbero essere giustificati o scusati sulla base dell’appartenenza culturale.
Esiste una vasta normativa internazionale relativa alla violenza sulle donne che comprende numerosi trattati, convenzioni e dichiarazioni: a partire dalla Dichiarazione universale dei diritti umani (1948), passando per la Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne (CEDAW) del 1979, per arrivare alla Convenzione di Istanbul (2011), progettata per prevenire e combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica.

E’ fondamentale che la società civile, le organizzazioni per i diritti umani e le istituzioni giuridiche lavorino insieme per garantire che le vittime di violenza domestica siano protette e che i responsabili siano perseguiti secondo la legge, indipendentemente dalla loro cultura o origine.
Non è corretto, anzi è altamente pericoloso giustificare tali comportamenti in base a presunte tradizioni culturali o credenze.
Le violenze domestiche e gli abusi sono crimini gravi che violano i diritti umani fondamentali di un individuo. Le leggi nazionali e internazionali dovrebbero essere applicate in modo rigoroso per proteggere le vittime di tali abusi, indipendentemente dalla loro origine culturale. La discriminazione basata sulla cultura o sull’origine etnica non dovrebbe mai essere usata come giustificazione per comportamenti illegali e dannosi.

La vittima dovrebbe essere sostenuta e protetta, e il colpevole dovrebbe essere perseguito e punito in base alla legge. Inoltre, è essenziale promuovere la consapevolezza sui diritti delle donne e sulle conseguenze legali degli abusi per contribuire a prevenire tali situazioni in futuro.

Questo fatto gravissimo accaduto a Brescia, avrei voluto solo leggerlo nella favola di Gianni Rodari Il mondo a rovescio , in cui le cose vengono fatte in modo contrario a come le conosciamo nel mondo reale. E invece purtroppo è un fatto realmente accaduto nel nostro Paese.

(Provincia di Padova)