Armored Core VI: Fires of Rubicon, la recensione

From Software fa ritorno alle sue radici mecha con Armored Core VI: Fires of Rubicon con un’esperienza che mette insieme velocità frenetica, bilanciamento imperfetto e alcune ombre che non fanno brillare un comeback che altrimenti sarebbe stato perfetto. Armored Core è una serie di combattimenti tra robot che nasce nel 1997 sulla prima PlayStation, ma che mancava da dieci anni sul mercato. Forte del successo di Elden Ring, From Software ha deciso di recuperare la saga e offrirne una rivisitazione in chiave moderna. Il gioco è strutturato in missioni: queste si aprono con lunghe sequenze narrative che tengono insieme una trama basata sulle incertezze del protagonista, il suo scopo e il suo destino. Difficile appassionarsi, visto che presto ci si concentra solamente sul gameplay tralasciando l’intreccio narrativo, piuttosto debole.

[embedded content]

Il design delle missioni è in gran parte lineare: se ne sceglie una dal menu e si seleziona il proprio equipaggiamento, vero e proprio fiore all’occhiello del gioco grazie alla quantità e alla varietà delle opzioni selezionabili. A quel punto si viene catapultati nell’azione, ovviamente a bordo del proprio mech. Muovere un gigante d’acciaio tra edifici che sembrano piccolissimi è molto soddisfacente, ma la qualità delle texture delle ambientazioni lascia molto spesso a desiderare. Le prime missioni possono durare solo pochi minuti, ma man mano che si procede, alcune possono richiedere anche venti minuti o più. Il gioco è generoso con i suoi checkpoint, ripristinando tutte le munizioni e le cure ogni volta che si muore. Tuttavia, uno dei problemi principali riguarda i picchi di difficoltà: si passa da sequenze in cui si combatte in modo semplice a momenti e boss finali che risultano quasi impossibili da battere, senza una vera e propria curva.

Da un punto di vista visivo, Armored Core VI è estremamente fluido, con 60 fotogrammi al secondo stabili nella modalità Prestazioni. È disponibile anche una modalità con ray-tracing mirata ai 30 fotogrammi al secondo. Le dimensioni dei livelli non sono così ampie come sembrano, nonostante le occasionali vedute mozzafiato possano trarre in inganno. Alcuni livelli iniziali e altri successivi presentano una vastità incredibile, nonostante l’area di gioco effettivamente esplorabile rimanga piuttosto limitata. Gli edifici e i nemici più piccoli appaiono semplici e, a tratti, poco curati, ma i mech nemici e alcuni elementi dell’ambiente lontani possono stupire grazie al brillante design. Molto divertente anche la modalità online PvP 6 contro 6, che aggiunge una dimensione competitiva a un gioco che sarebbe stato mortificato dalla presenza del solo single player.

Formato: PS5, PS4, Xbox Series X|S (versione testata), Xbox One, PC Editore: Bandai Namco Sviluppatore: From Software Voto: 7/10