Chip made in Cina, ancora restrizioni dagli Usa ma con qualche eccezione

Secondo quanto riportato da funzionari statunitensi, il governo ha intenzione di estendere le esenzioni di un anno sulle restrizioni che impediscono alle aziende di esportare semiconduttori e macchinari per la produzione di chip avanzati in Cina. La decisione arriva mentre voci nell’industria mettono in evidenza i possibili danni a lungo termine che tali controlli potrebbero arrecare alle aziende che conducono affari nel paese asiatico. L’agenzia Nikkei Asia ha comunicato che gli Stati Uniti hanno in programma di prolungare le esenzioni per aziende come Samsung, SK Hynix e Taiwan Semiconductor Manufacturing, le cui attuali esenzioni scadono nel mese di ottobre. Già a giugno, il Wall Street Journal aveva riportato che gli Stati Uniti stavano considerando la possibilità di prolungare tali esenzioni. Questa proroga consentirebbe ai produttori di chip di ampliare le proprie operazioni in Cina importando attrezzature e materiali di produzione dagli Stati Uniti.

L’amministrazione statunitense sta prendendo in considerazione l’idea di estendere i controlli sulle esportazioni a una gamma più ampia di prodotti, tra cui i chip per l’Ia più avanzati. Colette Kress, direttore finanziario di Nvidia, ha dichiarato durante una conferenza sugli utili che l’azienda crede che le restrizioni attualmente in vigore stiano raggiungendo l’obiettivo prefissato. Tuttavia, Kress ha sottolineato che qualsiasi restrizione che impedisca la vendita delle unità di elaborazione grafica (Gpu) per data center in Cina a lungo termine “causerà una perdita permanente di opportunità per l’industria statunitense di competere e guidare in uno dei mercati più ampi del mondo”. La dirigente ha inoltre aggiunto che Nvidia non prevede che ulteriori restrizioni alle esportazioni avranno un impatto immediato e rilevante sui risultati finanziari dell’azienda. Le restrizioni statunitensi hanno spinto Nvidia a rivedere le proprie offerte di prodotti di fascia alta destinate al mercato cinese. Attualmente, le restrizioni in vigore vietano l’esportazione di silicio con un tasso di trasferimento dati da chip a chip di 600 GB/s o superiore.