Maltempo, Coldiretti chiede al Governo lo stato di calamità

Mentre si fa la conta dei danni dopo la serie di grandinate che nell’arco di otto giorni hanno sconvolto buona parte della provincia, Coldiretti chiede al Governo il riconoscimento dello stato di calamità per l’agricoltura devastata dal maltempo che ha colpito il nord Italia. “Il nostro presidente nazionale Ettore Prandini ha scritto una lettera al Governo –ricorda Roberto Lorin, presidente di Coldiretti Padova – per sottolineare la necessità di una immediata moratoria sugli impegni economico finanziari e la sospensione degli oneri contributi. Una misura necessaria per salvare il reddito dei nostri agricoltori, alle prese con una serie ravvicinata di fenomeni estremi e distruttivi che rischiano di compromettere non solo l’annata ma anche la redditività di centinaia di aziende alle prese con danni ingenti. Sono oltre settecento le segnalazioni raccolte in questi giorni su buona parte del territorio provinciale, dall’Alta, bersagliata almeno due volte, alla Bassa Padovana, passando per l’area collinare e gran parte della zona periurbana di Padova.

Dal mais ai frutteti, dagli orti ai vigneti e ai vivai: dove la grandine è caduta con violenza e con chicchi di notevoli dimensioni si è salvato ben poco. Ci sono aziende che oltre ad aver perso tutto il raccolto si trovano anche a fare i conti con i danni alle strutture, come i tetti delle stalle, magazzini e ricoveri attrezzi, ma anche serre in vetro, impianti fotovoltaici di grandi dimensioni, serramenti. Perdite notevoli che peseranno sui bilanci delle aziende agricole, attività in continua emergenza. Ormai passiamo da un estremo all’altro – continua Lorin – e tutto questo ha un costo per il settore primario, il più esposto agli effetti del cambiamento climatico e agli eventi meteo estremi”.

In questa settimana è stata la grandine a provocare i danni maggiori. Le forti grandinate con vere e proprie palle di ghiaccio hanno colpito irrimediabilmente – sottolinea la Coldiretti – le produzioni di grano, ortaggi, barbabietole, frutta e vigneti ma anche alberi divelti, serre distrutte e strutture agricole con tetti rovinati. La grandine – continua la Coldiretti – è l’evento climatico avverso più temuto dall’agricoltura in questa fase stagionale per i danni irreversibili che provoca alle coltivazioni in campo.

I chicchi – spiega la Coldiretti – colpiscono i frutti in modo da provocarne la caduta o danneggiandoli in modo tale da impedirne la crescita o lasciando deformazioni tali da renderli non adatti alla commercializzazione. Un evento climatico avverso che – precisa la Coldiretti – si ripete sempre con maggiore frequenza ma a cambiare è anche la dimensione dei chicchi che risulta essere aumentata considerevolmente negli ultimi anni con la caduta di veri e propri blocchi di ghiaccio anche più grandi di una palla da tennis o di una mela.

Nei giorni precedenti, invece, il gran caldo stava letteralmente “bruciando” la frutta e verdura nei campi con ustioni che provocano la perdita del raccolto che in alcune aziende arrivano al 90%, dai peperoni ai meloni, dalle angurie all’uva, dai pomodori alle melanzane. Le scottature da caldo – spiega la Coldiretti – danneggiano in maniera irreversibile frutta e verdura, fino a renderle invendibili. Si cerca di anticipare il raccolto quando possibile o – continua la Coldiretti – si provvede al diradamento dei frutti sugli alberi, eliminando quelli non in grado di sopravvivere, per cercare di salvare almeno parte della produzione. Il 2023 è stato segnato, fino ad ora, prima da una grave siccità che si protraeva dal 2022 ha compromesso le coltivazioni in campo e poi per alcuni mesi dal moltiplicarsi di eventi meteo estremi, precipitazioni abbondanti e basse temperature ed infine dal caldo torrido alternato a violente grandinate e raffiche di vento forte.

(Coldiretti Padova)