Orzaiolo: quali sono le cause e le possibili cure

(Adnkronos) – In collaborazione con: Highhrises 

In campo medico, si definisce orzaiolo un processo infettivo dell’occhio di tipo acuto, provocato dall’azione infettiva dei bacilli della famiglia degli stafilococchi. Nella maggior parte dei casi, l’infezione interessa le ghiandole sebacee esterne, chiamate ghiandole di Zeiss. In questi casi si assiste alla comparsa di un’escrescenza dalla forma tondeggiante, di piccole dimensioni, in corrispondenza della linea ciliare e si parla di orzaiolo esterno.  

Nell’area in cui è spuntato l’orzaiolo, in genere il soggetto avverte un dolore intenso e persistente accompagnato da una fastidiosa sensazione di gonfiore. Nei casi più gravi, può anche manifestarsi un’alterazione della temperatura corporea. Al centro dell’orzaiolo è presente una formazione purulenta di colore giallognolo che, in genere, spurga e si riassorbe in modo spontaneo. L’orzaiolo si manifesta, quindi, con la formazione di una sorta di foruncolo rotondeggiante, del tutto simile a un ascesso, esteriormente o interiormente alla parete della palpebra. L’ascesso ha una consistenza solida e risulta essere colmo di materiale purulento. 

Si parla, quindi, di orzaiolo esterno quando il foruncolo infiammato e ripieno di materiale purulento cresce lungo il bordo palpebrale a causa di un insulto batterico diretto al follicolo. Questa è la variante più comune di orzaiolo, in cui il soggetto affetto lamenta la presenza di un grumo solido, dolente ed infiammato, inizialmente di colore rosso e successivamente di colore giallastro, indice dell’accumulo di pus. 

 

 

L’orzaiolo esterno va distinto dall’orzaiolo interno, che si manifesta quando viene coinvolta una ghiandola dei Meibomio e si forma al bordo interno della palpebra. L’orzaiolo interno è generalmente più grave rispetto a quello esterno. Dolore, arrossamento e gonfiore sono più localizzati e l’orzaiolo di solito non è facilmente visibile, ma si nota esaminando il lato interno della palpebra. Si nota una tumefazione giallastra circoscritta e, successivamente, si forma un ascesso che solo raramente si riassorbe in modo spontaneo e frequenti sono le recidive. 

Si parla, quindi, di orzaiolo interno quando il target dei batteri sono le ghiandole di Meibomio, a ridosso del bulbo oculare.  

 

 

L’orzaiolo, oltre a costituire un disagio estetico, può provocare:  

L’orzaiolo si manifesta in modo abbastanza doloroso, anche se, normalmente, regredisce nell’arco di qualche giorno. Le statistiche mediche evidenziano che, in genere, l’orzaiolo tende a scomparire in 2-4 giorni, anche se in alcuni pazienti particolarmente sensibili la guarigione può richiedere un periodo più lungo.  

Sviluppandosi a livello palpebrale, l’orzaiolo potrebbe ostacolare la vista, sebbene in casi piuttosto rari. In tali casi, il soggetto affetto da orzaiolo non è in grado di aprire completamente l’occhio, dal momento che le dimensioni e il peso dello stesso ne ostacolano l’apertura. In linea generale, anche in presenza di un orzaiolo il paziente riesce a svolgere normalmente le varie attività quotidiane, come lavorare, studiare e dedicarsi allo svago guardando film in televisione o usufruendo di strumenti videoludici come videogame e giochi digitali, come casino online Italia e piattaforme virtuali. Se il nodulo interferisce con la vista, è il caso di rivolgersi a un medico, in quanto l’orzaiolo può essere sintomo di altre malattie, come il diabete e problemi cutanei cronici. Si raccomanda di consultare un medico specializzato anche qualora la tumefazione non guarisca o non accenni a regredire nell’arco di qualche settimana. 

 

 

Il rimedio naturale più diffuso per eliminare l’orzaiolo consiste nell’effettuare impacchi caldi da applicare direttamente sull’occhio interessato. Il calore stimola la ghiandola infetta a lasciar fuoriuscire il pus. Si raccomanda di lasciare l’impacco in posa sull’occhio per un quarto d’ora, ripetendo l’operazione più volte nel corso della giornata. È anche possibile fare un impacco utilizzando una bustina di tè verde o camomilla impregnata d’acqua tiepida. 

(Adnkronos – Salute)

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