Assemblea Nazionale Coldiretti: più fondi Pnrr per l’agroalimentare

Con il caldo record che sta causando danni anche nelle campagne e disagi nelle città è necessario liberare fondi per la gestione delle risorse idriche e per l’adattamento climatico. E’ quanto chiede Coldiretti al Governo per far fronte all’emergenza climatica culminata in questi giorni con l’aumento delle temperature. Anche nella nostra provincia il caldo incide sulla produzione agricola, dagli allevamenti alle coltivazioni, con una flessione di almeno il 10 per cento nella produzione di grano e latte. “Nonostante le docce e i ventilatori installati dagli allevatori, il grande caldo assedia le stalle dove le vacche stressate dalle alte temperature danno meno latte. E per le coltivazioni a pieno campo non va certo meglio, specie dove non è possibile irrigare”, spiega Roberto Lorin, che ha partecipato all’assemblea nazionale di Coldiretti per la prima volta nelle vesti di presidente di Coldiretti Padova.

“A Roma abbiamo discusso a lungo dell’emergenza che sta vivendo l’agricoltura, la prima attività a subire le conseguenze dei cambiamenti climatici. – aggiunge Lorin – E’ necessario finanziare un piano invasi per raccogliere l’acqua piovana indispensabile per aiutare il Paese a fronteggiare la siccità, il caldo e i cambiamenti climatici, raddoppiare le risorse sui contratti di filiera nell’agroalimentare per aumentare la produzione e contrastare l’inflazione, assicurare semplificazione e potenziamento delle strutture della pubblica amministrazione per accelerare sui bandi e dare risposte alle imprese. Sono queste le proposte per il Piano nazionale di ripresa e resilienza presentate dal presidente nazionale della Coldiretti Ettore Prandini nel corso della cabina di regia a Palazzo Chigi presieduta dal Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto.

Il Piano – prosegue Lorin –  dovrà contribuire ad aumentare la raccolta di acqua piovana oggi ferma all’11%, e in Veneto siamo a percentuali ancora inferiori, attraverso la realizzazione di invasi che garantiscano acqua per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita idroelettrica. Abbiamo chiesto un primo stanziamento di almeno 1 miliardo di euro, anche attraverso risorse Repower EU e Fondo sviluppo e coesione in corso di programmazione con operazioni complementari al Pnrr”.

L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli – continua il presidente di Coldiretti Padova – i cambiamenti climatici impongono una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio”.

Su fronte dei contratti di filiera l’agroalimentare Made in Italy ha centrato l’obiettivo e dimostrato concretamente la propria capacità di saper cogliere l’opportunità del Pnrr con richieste di investimenti per oltre 11 miliardi nella graduatoria del V bando, con richieste che hanno superato di dieci volte il budget disponibile, ha ricordato il presidente nazionale Prandini durante l’assemblea di Coldietti. Da qui la necessità di potenziare gli interventi. Per poter soddisfare la domanda totale c’è bisogno di circa 4,5 miliardi di euro in più di dotazione pubblica, a partire dal rifinanziamento del V bando.

“Per sostenere lo sforzo delle imprese è poi necessario semplificare il più possibile i decreti attuativi delle diverse misure, tenendo conto di un grado di flessibilità per affrontare il continuo incremento dei costi – ha rilevato Prandini -, che rischia di essere fortemente penalizzante rispetto alle domande presentate. È altrettanto importante poter avere delle tempistiche adeguate per la partecipazione ai bandi, oggi fortemente condizionate da vincoli che non tengono in dovuta considerazione le contingenze sopravvenute con la crisi energetica e la guerra.

Ma per cogliere appieno le opportunità del Pnrr serve dare anche risposte alle imprese in tempi certi – ha concluso il presidente nazionale di Coldiretti -. Partecipare a un bando e avere risposte dopo mesi e mesi non è ammissibile e rischia di far venire meno la capacità delle aziende agricole di poter tenere fede agli impegni inserite nelle domande di aiuto. Da questo punto di vista è perciò decisivo potenziare le strutture amministrative competenti per le diverse misure, assicurando l’efficienza e l’efficacia dell’azione della Pubblica amministrazione”.

(Coldiretti Padova)