Florovivaismo, stop al contributo sui vasi in plastica fino al 31 dicembre. Coldiretti: accolte le nostre richieste per fermare il caro prezzi

Florovivaismo, stop al contributo sui vasi in plastica fino al 31 dicembre. Coldiretti: accolte le nostre richieste per fermare il caro prezzi

Da domani, primo luglio, era prevista l’entrata in vigore del “contributo ambientale” sui vasi in plastica per fiori e piante, una misura che avrebbe gravato sulle aziende florovivaistiche già alle prese con i continui aumenti dei costi di energia e materie prime. Dopo le osservazioni e le segnalazioni di Coldiretti e Assofloro, che avevano evidenziato che i vasi usati in ambito floricolo non sono semplici imballaggi ma beni strumentali alla produzione, il Conai, Consorzio Nazionale Imballaggi, ha accolto la richiesta di sospensione del contributo fino al 31 dicembre di quest’anno.

A sollevare il caso, spiega Coldiretti Padova, erano state proprio alcune aziende florovivaistiche padovane che usano vasi in plastica, fondamentali per la produzione della piante e la loro vendita. E’ il caso delle piantine di basilico, vendute anche nel circuito della grande distribuzione in piccoli vasetti. Il contributo sugli imballaggi era previsto per i vasi con uno spessore parete fino a 0,8 millimetri mentre non è dovuto se questi vasi sono impiegati nei rapporti tra imprenditori, utilizzati esclusivamente nelle fasi di coltivazione e crescita delle piante. Il provvedimento, così come era stato concepito, per il settore floricolo rappresenta un aggravio di spese in un periodo in cui le aziende hanno già dovuto far fronte all’impennata dei costi non solo delle materie prime ma anche del materiale, fra i quali anche i vasetti, indispensabili per la preparazione delle piante, il cui costo è aumentato di oltre il 70 per cento. Coldiretti ha più volte fatto presenta al Conai che per gli operatori florovivaistici i vasi in plastica, anche di dimensioni ridotte, non sono dei meri imballaggi ma dei veri e propri beni strumentali, funzionali alla produzione.

“La sospensione della circolare da parte del Cda del Conai fino a fine anno arrivata dopo lunga trattativa è un passaggio importante – sottolinea Roberto Lorin presidente di Coldiretti Padova – che arriva dopo un attento e paziente lavoro svolto da Coldiretti a livello regionale e nazionale in risposta alle osservazioni delle nostre aziende. Continueremo il dialogo con il Conai affinché si possa raggiungere un risultato condiviso, che sia sostenibile, e che non vada a pesare ulteriormente sui costi di produzione delle aziende floricole, riducendo ulteriormente i già risicati guadagni o facendo aumentare i prezzi al consumatore finale”.

Padova si conferma la prima provincia in Veneto nel comparto florovivaistico: il settore conta 434 aziende, sostanzialmente stabili nell’ultimo triennio, su un totale veneto di 1.400 aziende. Il florovivaismo padovano quindi pesa per il 30,8% in Veneto.

In leggera ripresa la superficie coltivata, con un incremento in Veneto di circa il 4%, che ha portato ad una superficie investita pari a 2.495 ettari. Nella nostra provincia sono circa 740 gli ettari dedicati alla produzione, tra serre e vivai a pieno campo. Nel distretto di Saonara, il più significativo della nostra provincia, che comprende anche i territori comunali di Sant’Angelo di Piove di Sacco e Legnaro, le aziende sono oltre un centinaio, alle quali si aggiungono diversi centri di produzione nel resto della provincia.

Negli ultimi anni, aggiunge Coldiretti Padova, si è registrato un aumento di circa l’1% della superficie coltivata a pieno campo e quindi dedicata alle piante ornamentali e frutticole, mentre abbiamo avuto un decremento della superficie destinata a coltura protetta, vale a dire in serra o in ombrai e vasetteria, di circa 1,5%.

Nella nostra provincia, sottolinea Coldiretti Padova, le aziende florovivaistiche sono particolarmente specializzate nella coltivazione di piante frutticole, circa il 30% del totale, ornamentali per il 20% e il rimanente 50% comprende per lo più il comparto orticolo e floricolo.

Le stime per il 2023, al momento, spiega Coldiretti Padova, vengono riviste al ribasso a causa delle ripercussioni sul reddito e la produzione delle aziende legati a più fattori: le conseguenze delle tensioni internazionali per la guerra in Ucraina, ma anche l’aumento dei costi delle materie prime e le conseguenze di eventi estremi come l’alluvione in Emilia Romagna. A pesare, inoltre, sulle vendite in queste ultime settimane è stato anche un mese di maggio particolarmente piovoso. Tutti questi aspetti stanno creando incertezza fra gli operatori alle prese con la programmazione delle produzioni da avviare nella stagione 2024.

Proprio per tutelare la qualità del florovivaismo padovano con una produzione d’eccellenza e per difendere il reddito delle aziende, ricorda Coldiretti Padova, è stato messo a punto l’accordo quadro nazionale sul florovivaismo, fortemente voluto da Coldiretti che in questi anni ha seguito passo passo la stesura delle norme, portando sempre sui tavoli di programmazione, le istanze e le necessità espresse dalle imprese del settore. Fra gli aspetti più significativi, l’accordo quadro fissa dei tempi certi di pagamento ai florovivaisti e una forma di contratto scritto che, in caso di controversie, permette agli imprenditori di essere rappresentati legalmente da Coldiretti. Proprio per illustrare i passaggi più importanti dell’accordo quadro e per confrontarsi con gli imprenditori sulle opportunità di tutelare il proprio reddito e la propria produzione, Coldiretti ha organizzato alcuni appuntamenti informativi sul territorio.

(Coldiretti Padova)