Bsm, per il procuratore sportivo l’etica vale più di un buon contratto

(Adnkronos) – “Nella carriera di qualsiasi atleta il ruolo del procuratore sportivo è un faro. Per raggiungere il successo, però, e ottenere riconoscimenti professionali ed economici, l’etica e il rispetto, alla base dello sport, devono avere lo stesso valore del contratto da sottoscrivere”. A dirlo Diego Tavano, amministratore delegato di Bsm, società nata nel 2020 dall’incontro di tre imprenditori operanti in diversi settori. 

Come ogni professione ad alta specializzazione, l’iter per diventare procuratore non è facile, servono la giusta formazione, sacrificio e adeguata preparazione. “Per diventare agente – spiega – è necessario un ventaglio di conoscenze quali lo studio del diritto sportivo e del regolamento internazionale Fifa, fondamentali per sostenere i due esami del Coni e della Figc, il cui superamento porta alla licenza di agente Fifa che inaugura la strada professionale”. 

Per Tavano, “per avere successo in un mondo dove la competizione a livello internazionale è molto alta servono esperienza sul campo insieme a contatti e doti di pr da cui non si può prescindere”. “Tanti colleghi, infatti, hanno superato il duplice esame, ma senza i giusti riferimenti non si riesce ad operare perché per il 90% si tratta di un lavoro di pubbliche relazioni”, dice. 

Per Tavano, poi, al centro di tutto vi è sempre un codice etico nei con-fronti del lavoro e dell’atleta che si segue. “Il rapporto procuratore-atleta – fa notare – può diventare fondamentale per riuscire ad imporsi in un mondo difficile come lo sport professionistico. La vera abilità è sapersi adattare al carattere del campione per tirare fuori il suo meglio. Per riuscire in questo obiettivo, il lavoro dell’agente contempla anche un importante aspetto psicologico io baso tutto sulla relazione agente-atleta, ho sempre messo in secondo piano il tema economico, cercando prima di soddisfare i miei sportivi e, solo dopo, trovare un accordo con le loro società”.  

L’incarico di procuratore sportivo, che permette di lavorare per qualsiasi disciplina sportiva, si può svolgere anche a livello internazionale attraverso partnership con agenzie sparse in tutto il mondo. I guadagni sono molto variabili, oscillano tra i 20.000 euro l’anno e superano i 300 mila annui per chi ha nella sua scuderia diversi giocatori di serie A. Oltre la voce economica, è innanzitutto un lavoro che porta a vive-re a stretto contatto umano e a sviluppare doti spiccate comunicative e relazionali. 

“Io – sottolinea – vivo questa professione in senso assoluto, dando grande importanza ai valori umani. Amo parlare con i miei ragazzi, stringere dei legami reali che sfociano in amicizie e che durano tutta la vita, anche quando hanno smesso di praticare”. 

(Adnkronos – Lavoro)

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